Gentile dott. Caielli
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Mi sono divertito a leggere l’intervista al presidente Vincenzi e a provare a rispondere alle stesse domande con un diverso punto di vista, che ritengo più obiettivo e lontano dalle pressioni “partitiche” a cui Vincenzi deve necessariamente sottomettersi.
Veda lei se queste risposte possono esserle utili o meno. Io in ogni caso la ringrazio per l’attenzione.
Prima semplice considerazione: le Province esistono e hanno le stesse identiche funzioni di prima, il referendum del 4 dicembre ha bloccato l’iter iniziato dalla legge 56/14, la cosiddetta Delrio, un iter iniziato al “contrario”, senza parere referendario ma col solo voto parlamentare, che appunto ha avuto lo stop dai cittadini il 4 dicembre. Nello specifico le province Lombarde, per volere della Regione che ha di fatto responsabilità sulle deleghe, non si occupano di Agricoltura, Caccia e Pesca passate sotto la gestione regionale. Per il resto tutto è rimasto come prima del 2014 tranne la composizione dell’amministrazione e degli organismi che la attuano.
La Delrio specifica che il consiglio provinciale rappresenta quello che prima si chiamava “Giunta” . Si intende tutto il consiglio provinciale, non solo la parte di consiglieri ben visti dal Presidente. Io non concordo: chi vince è giusto che amministri. Ma è sempre stato Vincenzi a tessere lodi della nuova riforma, salvo poi non applicarla. L’altro, e unico, organismo amministrativo è la conferenza dei sindaci che si esprime con parere non vincolante su Statuto e Bilancio.
Vero, la gente non comprende molte cose perché è da sempre male informata, la colpa è quasi sempre del “palazzo”. Le Province, nate 50 anni prima delle Regioni, sono fondamentali ancora più di queste ultime per fare da raccordo tra territorio e Stato. Io per assurdo cancellerei le Regioni piuttosto che le Province. Come si possono mettere insieme mantovani, pavesi o sondriesi con i varesini? Territori ed esigenze profondamente diversi.
Guardi, io apprezzo il lavoro svolto da Maroni, semplicemente perché io al suo posto, con 11 province su 12 gestite da presidenti del PD, avrei tenuto in capo tutte le deleghe. Invece Maroni ha continuato a contribuire, mantenendo i trasferimenti “volontari” da regione a provincia (per Varese superiori a 10 milioni di euro) concessi anni fa, senza considerare i tagli ai trasferimenti per 1 miliardo che la nostra Regione ha subito nel 2016 dal Governo.
Male. Faccio un esempio per tutti: il Comune di Cairate versa al Governo più di 19 milioni di euro, sa quanti ne tornano? Poco più di 700 mila. E mi fermo qui…
Voglio essere schietto: la passione per la politica e per molti la possibilità di avere visibilità utile per un passaggio in Regione o in Parlamento. I consiglieri provinciali, ma anche il presidente, non percepiscono compenso pur avendo la responsabilità delle decisioni. Un’altra prova che questa riforma non funziona ed è fatta male. Sa quanti soldi si sono risparmiati togliendo i compensi agli amministratori provinciali? Meno di 150 milioni per tutte le province italiane. 2 giorni di debito pubblico….per causare gli immensi problemi che tutti conosciamo.
Non voglio ripetere le cose che ripeto da 3 anni, ma voglio solo chiedere: chi avanza questi 54 milioni? Lo Stato? E come mai non li ha mai chiesti? Provi lei a pagare con 2 giorni di ritardo una tassa qualsiasi: Equitalia la raggiungerà ovunque. Qui si parla di 54 milioni…..e nessuno si è accorto di nulla. In ogni caso, sa che quest’anno la provincia di Varese non riuscirà a chiudere in pareggio il bilancio per un buco di 6 milioni (uniche province in Lombardia a chiudere il bilancio saranno Sondrio e Mantova, tutte le altre sono in perdita per un totale di 33 milioni)? Il vero buco lo ha fatto l’amministrazione Vincenzi quest’anno e per colpa del taglio di oltre 30 milioni di trasferimenti di quel Governo che Vincenzi stima.