Vienna, 20 ott. (Ap) – Per l’Aiea si è trattato di un “buon inizio”, secondo fonti diplomatiche il risultato è stato invece “inconcludente”. La prima giornata di colloqui tra Iran da una parte e Francia, Stati Uniti e Russia dall’altra – sotto l’egida dell’Aiea – si è conclusa ieri a Vienna e oggi, a partire dalle 10 ora italiana, è in programma il secondo “round”.
Nella sede dell’organo sulla sicurezza nucleare delle Nazioni Unite si cerca un accordo sull’arricchimento all’estero di uranio iraniano a uso civile. La riunione ieri è iniziata con un intervento del direttore generale dell’Aiea, Mohamed ElBaradei, per poi proseguire a porte chiuse. Tuttavia, ancor prima dell’inizio dei colloqui, Teheran – che ha escluso negoziati diretti con Parigi a causa di un contenzioso sul nucleare – ha annunciato che in caso di fallimento procederà con i suoi mezzi all’arricchimento di uranio al 20 per cento.
La delegazione iraniana è guidata dall’ambasciatore di Teheran all’Aiea, Ali Asghar Soltanieh, e comprende Hamid-Reza Asgari, primo consigliere dell’Oiea. La delegazione francese è presieduta dall’ambasciatrice Florence Mangin. Il gruppo americano è diretto dal sottosegretario all’Energia Dan Poneman, accompagnato dal rappresentante di Washington presso l’agenzia, Glyn Davies. La delegazione russa è guidata dal vice responsabile dell’agenzia atomica russa, Nikolai Spassky.
Il primo ottobre a Ginevra, l’Iran e il gruppo “Cinque più Uno” – i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania – raggiunsero un accordo di massima: Teheran avrebbe consegnato una parte del suo uranio arricchito a meno del 5 per cento a un Paese terzo per ottenere in cambio uranio arricchito al 19,75 per cento per il suo reattore di ricerca a Teheran, completamente sotto il controllo dell’Aiea.
Questi nuovi negoziati tra potenze nucleari e Iran sono ritenuti cruciali per tentare di alleviare le tensioni sul controverso programma nucleare. L’Iran, la cui priorità è ottenere il combustibile per il suo reattore di ricerca, dovrà consegnare a un Paese terzo la maggior parte dei 1.500 chili di uranio arricchito in questi ultimi anni malgrado le ingiunzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu a congelare l’attività, in modo che l’Aiea possa verificare che il programma è esclusivamente civile come sostiene Teheran.
Le accuse dell’Iran nei confronti dell’Occidente a due giorni dall’attacco kamikaze nella provincia del Sistan-Baluchistan contro i Guardiani della rivoluzione, che ha provocato almeno quarantuno morti, rendono ancora più delicati i negoziati.
Fco
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