Istanbul, 22 gen. (TMNews) – Si sono conclusi nel primo pomeriggio con un nulla di fatto i negoziati a Istanbul sul programma nucleare iraniano fra Teheran e il gruppo dei ‘5+1’- il gruppo formato dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania – che sostiene che la Repubblica islamica stia cercando di dotarsi dell’arma atomica.
Lo ha dichiarato, al termine della due giorni di riunioni nella città turca, il capo della diplomazia dell’Unione europea, baronessa Catherine Ashton, che è l’intermediario del gruppo ‘5+1′.
Ashton si è detta “delusa” dall’esito dei colloqui e ha aggiunto che non è previsto un nuovo round di discussioni con l’Iran. “E’ fondamentale che l’Iran dimostri che il suo programma nucleare è di natura pacifica”, ha sottolineato in una conferenza stampa al termine dei colloqui. A fronte di questo nuovo fallimento, la baronessa ha aggiunto che non sono previsti “nuovi colloqui” con Teheran. “Siamo venuti con delle proposte specifiche e pratiche che puntavano a creare un clima di fiducia”, ha spiegato ancora l’alta rappresentante della diplomazia europea, aggiungendo che il gruppo “5+1” aveva avanzato delle “idee, fra cui una versione aggiornata dell’accordo di scambio di combustibile per il Trr (il reattore nucleare di ricerche di Teheran per il quale l’Iran ha bisogno di uranio arricchito).
Ma, ha deplorato Ashton, l’Iran non è stato disponibile a dei colloqui “dettagliati e costruttivi”. E le potenze occidentali non hanno accettato “le precondizioni” di Teheran: proseguire l’arricchimento dell’uranio e la revoca delle sanzioni internazionali.
I rappresentanti dei ‘5+1’ e quelli dell’Iran si erano riuniti da ieri al Palazzo di Ciragan, una lussuosa costruzione ottomana sul Bosforo, nel centro di Istanbul, per un nuovo round di negoziati. Già nella prima, lunga giornata di ieri, non erano stati registrati progressi significativi, secondo i diplomatici occidentali. Catherine Ashton aveva avuto un faccia-a-faccia con il capo negoziatore del nucleare iraniano, Said Jalili, uno scambio che, sempre secondo fonti diplomatiche occidentali, si era rivelato “inconcludente”.
Quella di Istanbul è la seconda riunione fra le parti dopo il vertice di Ginevra del dicembre scorso, seguito a 14 mesi di stallo: l’ultima offerta di compromesso delle grandi potenze rimaneva l’arricchimento dell’uranio iraniano all’estero in cambio di combustibile nucleare, per impedire di fatto ogni eventuale utilizzo bellico, dato che il combustibile esaurito verrebbe riconsegnato al produttore. Il programma nucleare iraniano è stato condannato da sei risoluzioni del Consiglio di sicurezza, quattro delle quali abbinate a sanzioni economiche e politiche. Molti Paesi, fra cui gli Stati Uniti, hanno adottato le loro sanzioni.
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