Mosca, 13 ott. (Apcom-Nuova Europa) – Per gli Stati Uniti nuove sanzioni contro l’Iran non sono inevitabili. Non ancora.
“Non siamo a quel punto, non c’è una conclusione già raggiunta”, ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, in una conferenza stampa a Mosca con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Parole che aprono uno spiraglio a Teheran. E soprattutto ribaltano le aspettative della vigilia della visita a Mosca, vista come una missione per strappare il sostegno russo a una posizione forte sul programma nucleare iraniano. Invece, nella formulazione conclusiva del viaggio moscovita, la linea americana sembra ammorbidita.
Clinton ha citato le parole del presidente Dmitry Medvedev circa l’impatto limitato delle sanzioni e sul fatto che vi si debba ricorrere solo in mancanza di un’altra via d’uscita. “Vogliamo dire chiaramente che noi preferiamo che l’Iran lavori con la comunità internazionale, rappresentata nel formato cinque più uno” ossia i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e la Germania, – ha aggiunto Clinton.
Lavrov dal canto suo ha ribadito lo scetticismo russo sulle sanzioni: è improbabile che portino risultato, ha detto. E, si spera, che l’attuazione pratica degli accordi raggiunti dai sei mediatori con Teheran all’inizio di questo mese inizierà già da ottobre. “Oggi le nostre possibilità di successo sulla prima traccia (gli sforzi politici diplomatici per risolvere problema dell’Iran) non possono essere al 100%, ma sono comunque buone”, ha detto Lavrov, sottolineando che le posizioni di Russia e Usa sull’Iran sono coincidenti.
Cgi
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