Istanbul, 22 gen. (TMNews) – In base al Trattato di non proliferazione “l’Iran ha diritto al ciclo della combustione, compreso l’arricchimento dell’uranio, e tale diritto deve essere riconosciuto”: lo ha affermato in conferenza stampa il capo-negoziatore iraniano Said Jalili, al termine del fallito vertice di Istanbul con i sei Paesi coinvolti nei negoziati sui programmi nucleari iraniani (i cinque membri del Consiglio di Sicurezza e la Germania).
Se le grandi potenze riconoscessero tale diritto l’Iran sarebbe pronto “a dei negoziati, anche domani stesso”, ha concluso Jalili. Il fallimento del vertice era nelle previsioni, dato che alla vigilia l’Iran aveva ribadito di non voler rinunciare all’arrichimento dell’uranio, in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), l’Iran avrebbe prodotto 3.200 chili di uranio arricchito al 5% e una quarantina di chili di uranio arricchito al 20%, questi ultimi destinati al reattore di ricerca di Teheran; di per sé non si tratta di materiale di immediato utilizzo bellico, ma la sola differenza è il grado di arricchimento, che nelle testate nucleari arriva oltre il 90%.
Quella di Istanbul era la seconda riunione fra le parti dopo il
vertice di Ginevra del dicembre scorso, seguito a 14 mesi di
stallo: l’ultima offerta di compromesso rimane l’arricchimento
dell’uranio iraniano all’estero in cambio di combustibile
nucleare, il che impedirebbe di fatto ogni eventuale utilizzo
bellico, dato che il combustibile esaurito verrebbe riconsegnato
al produttore. Nessun accordo era stato però raggiunto sui dettagli della proposta, in particolare sulle modalità di consegna dello stock di uranio iraniano (progressiva o in un’unica soluzione).
(con fonte Afp)
Mgi
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