Damasco, 5 mar. (Ap) – Dopo i membri dei servizi di sicurezza, i pazienti ricoverati in ospedale e i detenuti, anche gli iracheni dociliati all’estero hanno cominciato a votare oggi per le legislative. Centinaia di persone si sono messe in fila, di prima mattina, davanti ai seggi allestiti in Siria e in Giordania. Centinaia di iracheni sono in attesa di esprimere la propria preferenza anche in Australia e negli Stati Uniti.
L’Agenzia Usa per i rifugiati stima in circa 2 milioni gli iracheni che vivono all’estero: la maggioranza di questi cittadini ha abbandonato il paese a seguito dell’invasione militare in Iraq del 2003 che ha portato alla caduta di Saddam Hussein.
Domenica, oltre 19 milioni di iracheni saranno chiamati alle urne per scegliere, tra 6.100 candidati, i 325 nuovi deputati del Parlamento di Baghdad.
Secondo alcune fonti di Washington, il processo di formazione del governo iracheno dopo le elezioni rischia di durare “mesi”, un periodo di transizione assai lungo considerato “potenzialmente pericoloso”.
“Entro il 10 marzo, tre o quattro giorni dopo le elezioni, ci attendiamo che i risultati preliminari siano annunciati dalla Commissione elettorale in Iraq, basandosi sui voti di circa il 30% degli uffici elettorali in tutte le province”, ha precisato il funzionario di Washington. Quanto ai risultati finali “speriamo in una ratifica della Corte Suprema entro un mese dal voto”, ha aggiunto la fonte americana.
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