Irene Pivetti a processo per evasione fiscale e autoriciclaggio: “Ho sempre pagato le tasse”

Per l'ex presidente della Camera il pm Giovanni Tarzia ha chiesto 4 anni di reclusione e la sentenza è attesa per il 26 settembre. Nel procedimento è imputato, tra gli altri, anche il pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leonardo "Leo" Isolani e che vede al centro una serie di operazioni commerciali nel 2016 del valore di circa 10 milioni di euro, in particolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo l'accusa, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali

MILANO – “Io ho sempre pagato tutte le tasse in Italia e all’estero, dove avevo le mie società, e l’ho dimostrato con chiarezza durante questo processo”. Lo ha spiegato ai cronisti l’ex presidente della Camera Irene Pivetti che si è presentata stamani in Tribunale a Milano per l’arringa difensiva del suo legale, Filippo Cocco, nel processo, davanti alla quarta penale, per evasione fiscale e autoriciclaggio.
    

Processo nel quale è imputato, tra gli altri, anche il pilota di rally ed ex campione di Gran turismo Leonardo “Leo” Isolani e che vede al centro una serie di operazioni commerciali nel 2016 del valore di circa 10 milioni di euro, in particolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo l’accusa, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. Per l’ex esponente leghista il pm Giovanni Tarzia ha chiesto 4 anni di reclusione e la sentenza è attesa per il 26 settembre. La difesa ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.


“Abbiamo dimostrato con nettezza di elementi che le mie società sono regolarmente esistite e hanno realmente operato e che io non sono colpevole di nessuna delle accuse”, ha spiegato Pivetti. Il pm aveva detto che non le devono essere concesse attenuanti perché “si pretende che abbia sensibilità agli obblighi di legge”, dato che “ha avuto modo di conoscere le istituzioni dello Stato dall’interno”, è stata “la terza carica dello Stato” ed è “beneficiaria di un vitalizio pagato dai cittadini”.
    

“Considero – ha replicato Pivetti – un gradissimo onore avere servito lo Stato nel ruolo di terza carica e anche da privato cittadino ho continuato ad onorare le istituzioni, che continuo ad onorare oggi anche da imprenditore”. Ha spiegato che è tornata ad occuparsi “di internazionalizzazione con la Cina, perché si possono favorire rapporti culturali di amicizia con un Paese importante e fondamentale”. 

Pivetti aveva già reso interrogatorio in aula per respingere le accuse. Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, è stato ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al fisco (aveva un debito di 5 milioni di euro) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari. Le auto, secondo l’accusa, sarebbero state al centro di una finta vendita al gruppo cinese Daohe per essere, invece, trasferite in Spagna, dove ci sarebbe stato il tentativo di venderle.
   

L’unico “bene effettivamente ceduto, ovvero passato” ai cinesi, ricostruisce il capo di imputazione, sarebbe stato “il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari”. Per la Procura l’ex presidente della Camera avrebbe comprato il marchio per 1,2 milioni di euro per poi rivenderlo alla società cinese a “10 milioni”.
    

Per Pivetti “è stata una regolarissima operazione di compravendita, rispetto alla quale sono state regolarmente pagate tutte le tasse”. L’avvocato Cocco ha spiegato che nell’arringa “abbiamo portato la prova positiva per dimostrare la liceità delle condotte”. L’ex parlamentare ha detto di essere “molto fiduciosa perché ho visto giudici molto attenti”. E ha parlato anche del suo passato nel volontariato: “Per diverso tempo ho fatto attività sociale molto intensa con una cooperativa sociale a Monza”