CASTELLANZA Italia competitivi? Più o meno come Barbados e Lituania, nella classifica elaborata dal World economic forum: l’Italia si trova al 43° posto. I fattori negativi sono bassa produttività e bassa capacità d’innovazione.
A illustrarli, alla Liuc, è stato il professor Fernando Alberti. Nel corso del convegno “CollaborAzione. Motivi e modi per competere facendo impresa” che si è tenuto ieri a Castellanza, si è cercato, però, anche di dare quale elemento per invertire la tendenza. Una strada è quella dei contratti di rete. Dei cluster. Delle filiere. «Essere più competitivi è un modo per aumentare la prosperità economica e sociale – spiega il professor Alberti -. Lavorare in rete con altre aziende è un modo per essere più produttivi e innovativi».
A volte le collaborazioni tra diverse aziende vengono facilitate anche da particolari innovazioni tecnologiche. È il caso dei sistemi Rfid e dell’esperienza dell’apposito laboratorio attivo, ormai da cinque anni, all’interno dell’Università Carlo Cattaneo.
m.lualdi
© riproduzione riservata