Voluntary Disclosure e accordo fiscale tra Italia e Svizzera: la piazza finanziaria di Lugano entra in un «nuovo mondo». Tra le nuove norme sul riciclaggio, varate in entrambi gli Stati, e lo scambio automatico di informazioni fiscali, ormai si fa sul serio.
E il numero due dell’Agenzia delle Entrate italiana Eduardo Ursilli annuncia «900 nuove assunzioni di funzionari» per compensare gli sforzi che verranno dirottati sulla gestione della Voluntary Disclosure.
A dimostrare che è in atto «un cambiamento giuridico e culturale di vasta portata», secondo molti degli operatori finanziari presenti ieri al Palacongressi di Lugano per il convegno sulla Voluntary Disclosure organizzato dalla Camera di Commercio Italiana in Svizzera, è stato un segnale simbolico, molto significativo: l’applauso che ha accolto la notizia delle nuove assunzioni di ispettori fiscali da parte del direttore vicario del “fisco” italiano.
«È un nuovo mondo» ammette Paolo Morel, partner della società luganese Pm Consulenze e moderatore della tavola rotonda. L’accordo fiscale che sancisce la fine del segreto bancario e l’opportunità di rientrare nella legalità, «l’ultima» secondo gli operatori e «forse irripetibile», offerta dalla Voluntary Disclosure, sono i pilastri di questo “cambio di verso”.
«Io ci credo, siamo sulla strada giusta – fa sapere Ursillo, direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate – c’è un pacchetto di norme che dà
il senso di come l’amministrazione finanziaria stia cambiando verso, con l’obiettivo di stimolare la “compliance”. C’è l’idea di un percorso di collaborazione, per superare la dicotomia tra il contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi e l’amministrazione che controlla. Ma occorre reciprocità, non sempre i nostri interlocutori sono in sintonia con questa esigenza».
L’Agenzia fa sul serio, perché Ursillo ha annunciato 900 nuove assunzioni di funzionari per affrontare questa nuova fase: «La materia è complessa e ci sono risorse pregiate che si stanno formando con corsi, simulazioni e laboratori didattici, così queste nuove assunzioni serviranno a compensare – spiega – ma mi aspetto anche di ragionare insieme agli ordini professionali per un osservatorio permanente che possa intercettare le criticità».
Ma la materia è ancora attraversata da incertezze, come la definizione di «uso personale» contenuta nella normativa sull’autoriciclaggio, o le fattispecie di reati punibili della Voluntary Disclosure (che “scuda” riciclaggio e autoriciclaggio) che appare all’avvocato luganese Edy Salmina «come un canotto circondato da un oceano».
«Il programma di Voluntary Disclosure appartiene alla categoria del cosiddetto “stick&carrot approach”» lo descrive il pm Paolo Ielo, della Procura di Roma.
Bastone e carota. Ielo invita ad affrontare il “vento” del cambiamento «costruendo dei bei mulini a vento invece che dei muri».
Il cambio di prospettiva è ormai evidente anche oltre frontiera. L’afflusso di fondi non dichiarati è ampiamente contrastato anche dalla legislazione elvetica, che ha introdotto nel codice penale il reato di riciclaggio, con una legge che finora non è ancora stata sottoposta a referendum (il termine ultimo per la chiamata al voto popolare è il 2 aprile) e che presto entrerà in vigore.
«In Svizzera – annuncia il procuratore generale del Canton Ticino John Noseda – sono state notevolmente estese le casistiche che configurano il reato di riciclaggio, per il quale è punibile anche la semplice omissione, ad esempio il funzionario che omette di verificare la provenienza del denaro».
Estesa anche «la nozione di dolo, equiparando il dolo eventuale al dolo vero e proprio», mentre l’applicazione delle nuove norme permette persino «l’estradizione in Italia» in caso di riciclaggio a seguito di frode fiscale.