TRADATE «Con il vergognoso manifesto affisso negli scorsi giorni la giunta intera ha offeso gli italiani e tutti quelli che si riconoscono nei valori dell’unità nazionale». Francesco Liparoti, rappresentante cittadino dell’Anpi, si scaglia contro il manifesto per la celebrazione della festa delle forze armate e dell’Unità d’Italia, anniversario della fine della prima guerra mondiale. E, come ormai ogni anno, a Tradate scoppia la polemica.
Un manifesto essenziale, quello pubblicato dal Comune, che riporta il programma delle celebrazioni organizzate per domenica. Una locandina che non riporta il Tricolore e riproduce al centro del foglio un’immagine storica. La foto di una vecchia manifestazione risalente al 1925, scattata il giorno in cui venne inaugurato il monumento in piazza Mazzini, con tanto di balilla e camicie nere. Insomma, la foto di un’adunanza fascista, che porta la memoria a una pagina buia della storia nazionale: «Questa
è una polemica a cui si ritorna tutti gli anni – continua Liparoti – speravo quest’anno di non dover assistere alle solite provocazioni a cui ci hanno abituato i leghisti. La scelta di non mettere il Tricolore sul manifesto è incomprensibile. Questa, prima di essere la giornata delle forze armate, è la giornata dell’Unità d’Italia. Dovrebbero essere proprio i sentimenti e i valori dell’italianità ad essere esaltati, per di più a pochi giorni dal triste anniversario della strage di Nassirya». La polemica di Liparoti non è rivolta solo al sindaco leghista Stefano Candiani, ma a tutta la giunta: «Non mi meraviglio dei leghisti, che non sono nuovi a queste trovate, ma dei loro alleati, tra cui ci sono persone che dovrebbero riconoscersi nei valori che questo manifesto ha calpestato».
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Stefano Candiani: «Prendiamo atto che Liparoti ha già trovato la scusa per non partecipare alle celebrazioni per il IV Novembre – dice il sindaco -, se poi vorrà esserci potrà ascoltare per farsi un’idea della storia. Noi abbiamo sempre onorato chiunque, al di là di ogni distinzione. Anche quando Liparoti si faceva alfiere della divisione, sparigliando tra morti buoni e morti cattivi, noi abbiamo sempre cercato di considerare il sacrificio di chi è morto combattendo per il proprio Paese». A chi si chiede il perché della scelta dell’immagine pescata dagli archivi del Ventennio e del fatto di non aver voluto riportare i colori della bandiera Nazionale sul manifesto, Candiani replica con tono scherzoso: «Ovviamente per dare modo a Liparoti di fare la sua uscita sciocca», salvo poi precisare che la foto ritrae il momento dell’inaugurazione del monumento ai Caduti e che il «manifesto è equilibrato nei toni e nei colori», concludendo che «a noi interessa la sostanza e non le chiacchiere, ma noi sappiamo che Liparoti non lo potrà mai capire, perché è prevenuto. Spero che quest’anno si presenti, almeno non costringerà i rappresentanti della altre forze armate a portare la corona dell’Anpi».
b.melazzini
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