I ragazzi con sindrome di Down trovano un amico in Ivan Basso: la prossima estate lavoreranno infatti nell’azienda agricola del campione di ciclismo, che nel frattempo mette per loro all’asta su internet suoi oggetti personali.
Quelli in vendita sul portale Ebay.it sono articoli legati alla carriera sportiva del due volte re del Giro: il ricavato sarà destinato all’associazione cassanese “Più di 21”, che raggruppa famiglie con figli portatori della diffusa disabilità genetica e organizza numerose attività mirate a favorire l’autonomia dei ragazzi.
Il corridore leader della Cannondale conferma così la sua sensibilità verso i temi sociali: «Mi è già capitato di sostenere altre realtà di volontariato attraverso iniziative di questo tipo: adesso ho pensato di fare qualcosa per la mia città», spiega la maglia rosa. Ecco perché ha scelto di dare una mano alla onlus che segue le persone down e che ha bisogno di risorse per finanziare i propri progetti.
Ivan, che ha pubblicizzato la vendita attraverso la sua rete sociale online, mette all’incanto di settimana in settimana diversi oggetti. A inaugurare la serie è stata la felpa ufficiale da lui indossata nella stagione 2013: in questi giorni è all’asta il casco da cronometro, che ieri sera aveva raggiunto la quotazione di 250 euro. Per partecipare all’asta basta collegarsi alla pagina web http://bit.ly/ridewithivanbasso.
Non è questa l’unica iniziativa di Basso a favore del gruppo “Più di 21”: il popolare atleta e sua moglie Micaela, in accordo con la presidente dell’associazione, Antonella Cibin, hanno infatti deciso di offrire ai ragazzi down un’opportunità di lavoro e socializzazione nella coltivazione di mirtilli messa in piedi dal campione delle due ruote nelle vicinanze dell’oasi Boza, a pochi passi da casa sua.
I ragazzi – che, sottolinea Basso, «saranno ovviamente retribuiti» – potranno dedicarsi all’attività della raccolta, prevista tra la fine di giugno e la metà di luglio, in mezzo alle 6mila piante del vasto frutteto.
Se l’idea iniziale era semplicemente quella di cercare a questo scopo manodopera sul territorio, Ivan ha ora cambiato i suoi piani: «Invece di rivolgermi a un centro per l’impiego, preferisco coinvolgere questi ragazzi, che potranno guadagnare qualcosa, svolgendo un lavoro semplice come quello della raccolta, e vivere nello stesso tempo un’esperienza di aggregazione, che permette anche di stare in mezzo alla natura».
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