Ivan e il suo Santiago: una foto che dice tutto

Uno scatto che racconta una storia bellissima: quella di un campione e di suo figlio e dei valori tramandati una pedalata dopo l’altra

A noi è sempre interessato l’uomo, prima dello sportivo. E sarà per questo che abbiamo sempre avuto un debole per Ivan Basso, sarà per questo che quasi senza rendercene conto siamo riusciti a entrare nei suoi pensieri leggendoli e interpretandoli, sarà per questo che ogni nostro giudizio verso di lui è andato oltre la vittoria e la sconfitta. Ci è sempre interessato l’uomo prima del ciclista, prima del campione: questo è sempre stato il nostro modo di raccontare lo sport,

e non abbiamo intenzione di cambiare registro.
La foto che vedete qui di fianco, per quanto ci riguarda, ci ha aperto il cuore. Ivan e il suo Santiago, insieme, dopo un allenamento fatto insieme. Esatto: papà si è tirato dietro il figlioletto per una trentina di chilometri, poi lo ha riaccompagnato a casa prima di ripartire per una delle sue massacranti giornate di lavoro. Tutti e due rigorosamente in divisa Tinkoff, serissimi e professionali. Insomma, noi il piccolo Santiago l’abbiamo davvero visto crescere. L’avevamo conosciuto insieme a tutto il mondo sul traguardo dell’Aprica nel 2006: era nato da qualche ora e papà Ivan era impegnato a vincere il suo primo Giro d’Italia. Del suo piccolino aveva soltanto una foto che si era tenuto in tasca per tutta la tappa, per poi tirarla fuori mentre tagliava vittorioso il traguardo. Benvenuto, Santiago.
Quella piccola peste è cresciuta, accompagnando papà passo dopo passo e pedalata dopo pedalata. Gli ha dato ogni volta un motivo per tornare a casa dopo l’ennesima trasferta, gli ha dato la forza per tenere la testa alta nei momenti difficili e gli occhi aperti nei giorni terribili. Lo abbiamo ritrovato, qualche anno dopo, di fianco alla sorella Domitilla sul traguardo di Verona ad aspettare papà Ivan, festeggiando la vittoria più bella della sua carriera (il Giro del 2010, impagabile e meraviglioso).
Ora Santiago gioca a pallone all’Insubria Calcio, ma come dice Ivan «A quest’età un bambino ha bisogno di provare tutti gli sport, è sbagliato focalizzarsi su una sola disciplina pensando di avere in casa un campioncino». E allora, ben venga questa pedalata in maglia Tinkoff: dietro a papà. E questa foto simbolica, e per quanto ci riguarda meravigliosa. Perché è una foto che chiude un cerchio e dà continuità alla carriera di Ivan Basso. C’è dentro tutta la serenità che ha permesso a Ivan di vincere senza volare più alto del dovuto, e che ha permesso a Ivan di perdere senza sprofondare nel baratro. La stessa serenità che un giorno gli farà dire: «Basta, la mia carriera finisce qui». Col sorriso dell’uomo che sa di aver avuto tanto dalla vita e dallo sport, col sorriso dell’uomo che non vede l’ora di ritrovare il tempo perduto. E fare il papà, il marito, l’amico senza dover pensare ad altro.