La notizia è di quelle che gelano il sangue. Sono da poco passate le 14.30 quando il collega della Gazzetta dello Sport, , per primo pubblica via Twitter queste parole: «Ivan Basso abbandona il Tour de France per un tumore al testicolo sinistro». Non è possibile, non sembra vero. Invece è così, e man mano che passano i minuti la notizia prende piede ed arrivano le prime tristi conferme.
In conferenza stampa, a Pau dove il Tour osserva il suo primo giorno di riposo, è lo stesso a ricostruire la vicenda in inglese, con una lucidità invidiabile: «Ce ne siamo accorti dopo la mia caduta nella quinta tappa di Amiens: quel giorno sono caduto e ho battuto il testicolo contro la sella, come tante altre volte. Però ha cominciato a darmi fastidio e allora stamattina (ieri mattina) ci siamo recati a Pau da un famoso urologo per fare una visita. La tac ha evidenziato la presenza di cellule tumorali nel testicolo sinistro. A questo punto devo tornare subito a casa per operarmi».
Ivan ha lasciato immediatamente Pau ed è rientrato ieri in serata a Milano, domani mattina verrà operato d’urgenza dallo stesso professore che si è occupato del calciatore Acerbi (stesso problema), poi guarito. Lui stesso, verso le 18, ha voluto ringraziare tutti i tifosi che in poche ore avevano espresso la loro vicinanza: «Ciao, quello che sta succedendo lo sapete già, quello che ci tenevo a dirvi è che affronterò questa prova con la grinta di sempre e con la positività
che mi avete trasmesso con tutti i vostri messaggi. Amo il ciclismo che mi ha dato tanto e mi ha insegnato a stringere i denti quando c’è da lottare; adoro la mia famiglia che riempie la mia vita di gioia e mi ha dato la spinta per andare avanti nei momenti difficili; farò un gran tifo per la mia squadra, la Tinkoff-Saxo, alla quale auguro di portare Alberto, il nostro capitano, a Parigi in maglia gialla. Nei prossimi giorni purtroppo non potrò stare in contatto con voi, ma tornerò a farlo molto presto perché siete la mia forza! Grazie a tutti. Ivan».
Una botta fortissima, che dietro di sé lascia il silenzio, la preoccupazione, ma anche la convinzione che Ivan vincerà anche questa battaglia. Il suo libro, scritto assieme al nostro , si intitola “In salita controvento”, e non è casuale. Ivan lo ha già fatto, si è già rialzato e non esiterà a farlo un’altra volta.
Pian piano, arrivano come un grossissimo abbraccio i messaggi di sostegno, a partire dal suo capitano e compagno di stanza al Tour , che lo aveva fortemente voluto al proprio fianco per cercare la maglia gialla, ed era seduto accanto a lui in conferenza stampa ieri durante l’annuncio: «Giorno difficile, hanno diagnosticato ad Ivan Basso un serio problema di salute. Sono sicuro che tutto andrà bene, ci vediamo a Parigi».
Ivan, forse al suo ultimo Tour in carriera, stava correndo da uomo vero, stringendo i denti, pedalando con il vento in faccia per trascinare Contador ad un successo storico, con l’umiltà di un campione che si fa gregario, che si mette a disposizione per amore della bicicletta. Ivan vincerà anche questa battaglia, per la sua e per i suoi quattro figli,, , e , che sono la sua vera forza. A quasi 38 anni, Ivan si trova di nuovo in salita, a pedalare con il vento in faccia. È la sua storia, quella di un uomo che non si arrende, cade e si rialza, e che ha due angeli custodi, mamma ed , che di sicuro ora stanno facendo il tifo per lui.
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