GAZZADA SCHIANNO Anche l’Inter ricorderà Joel. Con una maglia nerazzurra autografata dai campioni di quella che era la sua squadra del cuore. Un cuore che batteva forte per l’Inter e per il pallone: la sua passione più grande. Serpentine, slalom, veroniche, dribbling e conclusioni a rete fulminanti. Domenica Joel aveva dato spettacolo realizzando uno dei tre gol con cui l’Insubria aveva schiantato la Rhodense. Era un attaccante rapido, un leader nato oltre che forte tecnicamente e da sei anni militava nella squadra dell’Insubria,
nei ’95 degli allievi. Aveva qualità superiori alla media, ci metteva generosità, caparbietà e tanto cuore. Il suo talento era alimentato sui campi di Gazzada, negli allenamenti, e poi esplodeva la domenica in partita sul rettangolo di Schianno. «Era innamorato del calcio – spiega il suo allenatore, Paolo Masini – era la sua vera passione. Il pallone faceva parte della sua vita. Joel era un attaccante esterno con buone doti tecniche, un buon fisico e tanta qualità. Era tifosissimo dell’Inter, non credo avesse un modello al quale si ispirava, era innamorato della squadra».
I colori nerazzurri se li portava dentro e chissà, forse sognava come tanti altri ragazzi della sua età di diventare un calciatore professionista. Calcare il prato di San Siro in maglia nerazzurra per esibire i colpi d’autore che ogni domenica Joel sfornava. Per rendere omaggio al ragazzo oggi una rappresentanza dell’Insubria, società gemellata con l’Inter, andrà alla Pinetina ad Appiano Gentile e riceverà la maglietta del capitano Javier Zanetti, autografata da tutti i compagni. Maglietta che verrà poi consegnata alla famiglia di Joel. Un piccolo ma pregevole gesto di vicinanza che l’Inter ha voluto esprimere alla famiglia, dopo aver appreso la tragica notizia. I compagni di squadra e l’allenatore sono ancora sconvolti: «Aveva finito con me l’anno scorso – racconta l’allenatore Masini – poi a luglio ha deciso di tornare in Ecuador dove ha provato per un certo periodo con una squadra professionista. Poi a novembre è tornato. Lo abbiamo accolto a braccia aperte. Da quel momento è tornato a giocare e nelle ultime partite ha dato un contributo fondamentale alla squadra. Avevamo un rapporto conflittuale ma importante, ricordo le grandi litigate, domenica ha segnato un gran gol ed è venuto ad abbracciarmi, sapeva che lo facevo per il suo bene. Provavamo una stima reciproca enorme. Mi piange il cuore per quello che è successo».
b.melazzini
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