«Kangur sarà da vedere Daniel perfetto per il Poz»

Kristjan Kangur torna a Varese: contratto annuale per l’estone, reduce da due scudetti di fila a Siena e Milano. Un colpo di mercato? L’abbiamo chiesto a Werther Pedrazzi, firma cestistica del Corriere della Sera, che però preferisce prenderla più da lontano.

«La vera scommessa è Pozzecco – dice – se saprà travolgere i giocatori con il suo entusiasmo, la squadra potrà andare oltre il rendimento finora mostrato in carriera dai singoli».

Pedrazzi parla di «prudenza»: atteggiamento che caratterizza in primo luogo l’approccio della società, in una fase delicata per la ricerca di risorse economiche, ma che deve essere faro per quanti – commentatori e tifosi – esprimono giudizi su una situazione ancora in assoluto divenire. «Perché, al di là dei giocatori, la chiave è sicuramente tutta lì, nella scelta di un allenatore che non sarà mai un allenatore standard, ma che sarà sempre uomo di grande passione, amore e travolgimento».

Pozzecco, quindi, asse portante dell’intero progetto, tutto ancora da completare, che la dirigenza biancorossa sta costruendo muovendosi sempre secondo la logica dei passi secondo la gamba. «E io, che mi fido delle capacità di gestione di Cecco Vescovi, dico che una strategia del genere risulta ancora più ammirevole se applicata in una città come Varese, che ha grande storia, passione e ambizione», sottolinea Pedrazzi.

Esempi di gestioni improntate a principi opposti sono sotto gli occhi di tutti: «Varese invece, senza inseguire nomi ad effetto, che mirino a infiammare la piazza, sta gettando le basi per un campionato di assoluta tranquillità, con l’ambizione di piazzare qualche colpo nei derby lombardi e di arrivare possibilmente ai playoff».

Puntando su elementi che si addicono innanzitutto al coach-trascinatore. «Trovo che Ed Daniel, da questo punto di vista, sia finora l’acquisto più azzeccato, per tipo di gioco e carattere: un ragazzo dotato di grande atletismo e carica adrenalinica, che incarna a mio parere esattamente l’immagine di quella che dovrebbe essere la Varese del Poz».

Prudenza, tanto per tornare al concetto di partenza, sulle altre mosse finora compiute. «Perché Kangur, nella stagione scorsa a Milano, è stato gestito abilmente, senza troppe responsabilità addosso, ma con un ruolo, ben interpretato, di corollario, di elemento spacca-partite. Perché Robinson è forse il punto di domanda maggiore, dal momento che viene da una carriera tutto sommato poco esposta. E perché Callahan è finora la scommessa principale, l’elemento che potrebbe stupire».

Sempre che le cose non cambino strada facendo. «Manca al momento, in effetti, il vero elemento a sorpresa, ossia un giovane italiano di grande prospettiva, come era stato Polonara due anni fa. E poi vedo ancora la necessità di un play-guardia di esperienza, che dia solidità al reparto con Robinson».

Il tutto col rammarico per l’esito infelice della vicenda De Nicolao, «che era un idolo dentro e fuori il PalaWhirlpool e che di conseguenza, secondo me, ha sbagliato ad andarsene». E con una riflessione forse controcorrente sul campionato che verrà: «Varese, con la sua attenzione ai bilanci, potrà senz’altro fare meglio delle aspettative, mentre chi ha dominato il mercato, come Reggio Emilia, corre decisamente più il rischio di deludere le promesse fatte», conclude Werther Pedrazzi.

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