Khadija, svolta nel giallo “E’ volata in Marocco”

SARONNO (s. giu.) «I carabinieri ci hanno detto che Khadija è stata vista all’aeroporto di Bergamo mentre s’imbarcava su un aereo diretto in Marocco. Non ha voluto tornare a casa ma sapere che sta bene e che non è trattenuta con la forza è già un sollievo».

Con queste poche parole la famiglia El Hasany chiede di spegnere i riflettori sul caso di Khadija, la ragazza di cui si erano perse le tracce lo scorso 10 settembre. Sembrava una mattina come tutte le altre, con la ragazza che, diventata maggiorenne quattro giorni prima, usciva di casa con lo zainetto e il fratellino che doveva accompagnare a scuola. In realtà dopo averlo lasciato all’istituto Aldo Moro in viale Santuario Khadija non aveva proseguito per l’istituto Ipsia Parma dove frequentava il terzo anno.

Non era andata a scuola e non aveva più dato notizie tenendo sempre spento il telefono cellulare e gettando nello sconforto la famiglia. I genitori i fratelli e la sorella l’avevano cercata da amici, parenti e conoscenti ed avevano subito mobilitato le forze dell’ordine. Non hanno lasciato niente di intentato rivolgendosi anche alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” che ha dedicato alla scomparsa della ragazza saronnese un servizio nella puntata del 19 ottobre.

Dai telespettatori era arrivata qualche chiamata, su un avvistamento in città, ma nessuna risposta dalla ragazza. In effetti l’ipotesi più probabile è sempre stata quella di un allontanamento volontario e i fatti degli ultimi giorni sembrano confermarlo. Nelle ultime ore i carabinieri di Saronno hanno rintracciato Khadija all’aereoporto di Orio al Serio. La ragazza si stava imbarcando per il Marocco e ha confermato di non voler tornare a casa, nell’appartamento di via Sampietro al Matteotti dove vive la famiglia.

«Sappiamo che lei sta bene – spiega il padre Abdellah – e per il momento questo ci basta. Vogliamo solo chiudere questo capitolo così doloroso. Ci teniamo però a ringraziare quanti si sono prodigati per aiutarci in questo momento così difficile».

e.marletta

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