Mosca, 30 dic. (TMNews) – In carcere sino al 2017, almeno in base ai calcoli dei suoi rappresentanti, e sempre che i palazzi del potere a Mosca non riservino altre sorprese. Mikhail Khodorkovsky è stato condannato oggi a 14 anni di carcere “complessivi” per furto di petrolio e riciclaggio, a conclusione del secondo processo a suo carico e della lettura di 800 pagine di sentenza. Un verdetto frutto di “pressioni da parte del potere esecutivo che ora è diretto da Putin”,
ha dichiarato Yuri Schmidt, uno degli avvocati dell’ex patron di Yukos, puntando il dito direttamente contro il premier, considerato il vero regista delle vicende giudiziarie di Khodorkovsky, il magnate che osò sfidarlo all’inizio del suo primo mandato al Cremlino. “Un incubo”, “una vergogna”, “non ci sono parole”, sono stati i primi commenti degli attivisti russi per i diritti fondamentali. “Siate maledetti, voi e i vostri discendenti”, ha gridato in aula la madre dell’ex uomo più ricco di tutta la Russia, la signora Marina Khodorkovskaya, quando il giudice ha annunciato la pena.
Gli avvocati faranno appello, confermano che non chiederanno la grazia, e intanto calcolano quanti anni, concretamente, dovrà scontare ancora il loro assistito, assieme all’ex socio Platon Lebedev, a sua volta nuovamente condannato. Il giudice Viktor Danilkin ha infatti dichiarato che il conteggio della pena parte dal 2007, cioè dall’avvio delle indagini per il secondo processo. Ma nel dispositivo, è stato poi precisato, il giudice stabilisce di prendere in considerazione il periodo di carcere già scontato. Quindi si parte dal 2003. E Khodorkovsky dovrebbe tornare in libertà nel 2017.
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Orm
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