ZURIGO – “Nestlé continua a operare nello stato aggressore, fornendo beni alla sua popolazione ed espandendo la sua base produttiva nel Paese”. Così l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione (Nacp) del governo ucraino su X, riferendosi alla presenza della multinazionale in Russia. Il più grande produttore alimentare mondiale e proprietario dei marchi di dolciumi e di alimenti per l’infanzia è stato inserito dall’agenzia nel registro degli sponsor internazionali di guerra, insieme con i brand Unilver,
PepsiCo e Mars. “All’inizio del 2022 – si legge su X – la società svizzera gestiva sette stabilimenti in Russia. Nonostante la quota delle entrate realizzate in Russia sia solo poco superiore al 2% delle entrate globali, l’azienda non ha ancora deciso di lasciare il mercato, con la motivazione di fornire alla popolazione russa prodotti essenziali e di prendersi cura dei suoi 7mila dipendenti”. E ancora: “La società ha pagato più di 25 milioni di dollari di imposte sugli utili a partire dal 2021. L’analisi dei dati doganali russi rivela che nel 2022 Nestlé ha importato in Russia prodotti semilavorati e materie prime per un valore di 374 milioni di dollari, mentre nei primi nove mesi del 2023 questa cifra ammontava a 271 milioni di dollari”.
Dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, la società ha annunciato la sospensione delle esportazioni e delle importazioni in Russia, ad eccezione dei beni essenziali e di base per la popolazione locale. “Tuttavia – prosegue Nacp su X – secondo quanto riportato dai media svizzeri, gli scaffali dei negozi russi sono ancora pieni dei loro prodotti”.
L’azienda svizzera ha diramato un comunicato in cui ribadisce le iniziative volte a vendere meno prodotti in Russia, nonché a bloccare la pubblicità e a sospendere gli investimenti di capitale. “Abbiamo riorientato le nostre attività sulla fornitura di alimenti essenziali e di base alla popolazione locale e abbiamo sospeso la stragrande maggioranza degli SKU dal nostro portafoglio nel Paese. Abbiamo fermato le importazioni e le esportazioni non essenziali dentro e fuori la Russia”.