MILANO – È stato arrestato in Francia un killer di ‘ndrangheta latitante da 16 anni. Edgardo Greco, ritenuto il responsabile del duplice omicidio a colpi di spranga dei fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo avvenuto a Cosenza il 5 gennaio 1991 e del tentato omicidio di Emiliano Mosciaro il 21 luglio dello stesso anno nell’ambito di una guerra mafiosa fra le cosche Pino-Sena e Perna-Prano (a cui è ritenuto affiliato), è stato raggiunto da un Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro il 16 maggio 2014. Processato nell’ambito delle inchieste ‘Missing’ e ‘Garden’, era riuscito a fuggire prima di essere sottoposto alla custodia cautelare in carcere il 10 ottobre del 2006.
Le indagini che hanno portato alla sua cattura sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e svolte dai Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Cosenza, che nella fase finale hanno operato congiuntamente a personale delle unità catturandi (FAST) italiana e francese e dell’Unità I-CAN dello SCIP del Ministero dell’Interno.
La soddisfazione del ministro Piantedosi: “Lavoro incessante delle forze dell’ordine”
“Incessante l’attività delle Forze dell’ordine, impegnate silenziosamente giorno dopo giorno, in Italia e all’estero, in un lavoro continuo a presidio della sicurezza dei cittadini”, ha dichiarato il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, commentando la notizia della cattura del latitante di ‘ndrangheta Edgardo Greco, condannato all’ergastolo e irreperibile dal 2006, arrestato dalla polizia francese grazie agli elementi emersi da indagini realizzate dell’Arma dei Carabinieri e condivise fra i partner di altri paesi grazie al progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta).”Grande
soddisfazione per questa importante operazione realizzata anche grazie alle importanti sinergie sviluppate nell’ambito di una rete di cooperazione internazionale fra le forze di polizia. Proseguono gli arresti di pericolosi latitanti” ha sottolineato il titolare del Viminale” a dimostrazione che la forte azione di contrasto dello Stato contro ogni forma di criminalità organizzata non subisce mai battute d’arresto, e procederà sempre determinata”.