Belgrado, 28 lug. (TMNews) – Resta tesa la situazione nel Nord del Kosovo dove ieri sera un gruppo di giovani della minoranza serba ha dato alle fiamme il punto di confine con la Serbia di Jarinje. I disordini sono scoppiati in ritorsione allo stanziamento da parte del governo di Pristina di agenti di polizia e doganieri albanesi in questa parte di territorio, roccaforte dei serbi, rimasto a fedele a Belgrado nonostante la dichiarazione di indipendenza del 2008. Al momento, il check point distrutto è passato sotto l’esclusivo controllo delle truppe della missione Nato, Kfor, come da accordo raggiunto nella notte con i rappresentanti del governo serbo sul posto.
Il gruppo di alcune decine di giovani serbi che a volto coperto ha provocato gli incidenti al check point, si è scagliato anche su una vicina base della Kfor, lanciando bombe molotov e sparando colpi di arma da fuoco, costringendo i militari a rispondere con colpi in aria. Fatta eccezione per due operatori dell’agenzia serba Tanjug che sono stati aggrediti dai teppisti, non risultano altri feriti.
Gli estremisti e gli hooligans agiscono contro gli interessi dei cittadini serbi e della Serbia” ha ammonito il presidente della Repubblica serbo, Boris Tadic. Di violenza “inaccettabile” e “intollerabile” ha parlato il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, in una nota diffusa a tarda sera. I gravi incidenti sono arrivati dopo tre giorni di forti tensioni seguita alla decisione di Pristina di inviare le unità speciali di polizia nei territori serbi per rafforzare l’embargo imposto la scorsa settimana alle merci serbe, come ritorsione a quello che Belgrado applica ai beni kosovari dall’indipendenza del 2008.
Ancora prima che scoppiassero i disordini, ieri, l’Italia ha espresso preoccupazione e il ministro degli Esteri Franco Frattini detto che si impegnerà in sede europea affinchè le tensioni vengano “superate e non degenerino, lasciando spazio al negoziato”. Le parole del capo della diplomazia italiana sono riprese oggi dalla stampa serba, che sottolinea come Frattini abbia annunciato, da parte dell’Italia, “primo avvococato della causa della Serbia come futuro membro dell’Unione europea”, sostegno a qualsiasi iniziativa europea per superare le tensioni.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà oggi “a prote chiuse” sulla nuova emergenza in Kosovo, secondo quanto informano i media locali.
Iso/Orm
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