Rapinarono l’ex segretaria di nella sua villa di Comerio: rinviati a giudizio i quattro presunti responsabili. Così ha deciso ieri il gup di Varese : il prossimo 5 luglio davanti al collegio presieduto dal giudice compariranno i tre presunti esecutori materiali della rapina e il ricettatore pizzicato mentre stava cercando di farsi valutare un prezioso orologio sottratto proprio durante quel colpo in una gioielleria di Varese.
Uno dei testimoni chiave, intanto, è stato messo sotto scorta. «Sono stato minacciato. Mi hanno fatto trovare dei bossoli davanti a casa. Ho paura»: l’uomo ha raccontato tutto alle forze di polizia ed è adesso sorvegliato da carabinieri e agenti della Digos.
Pistola in pugno
La rapina risale al giugno 2015: , 85 anni, notissima a Comerio non soltanto in virtù della sua carriera quale “braccio destro” di Borghi, ma anche della sua straordinaria vitalità, era stata aggredita nella propria abitazione, dove si trovava con la badante, da un commando di banditi. La donna si preparava per andare a dormire; la badante era già salita nella propria camera da letto. A quel punto però Ossola ha afferrato le imposte e si è trovata davanti l’intero commando: tre persone con il volto nascosto da un passamontagna, uno dei tre aveva una pistola in pugno.
L’arma è stata puntata addosso all’anziana: i tre le hanno intimato di fare silenzio e di entrare in casa. Nel frattempo la badante era scesa per vedere come mai l’ottantacinquenne tardava nell’andare a dormire. Si è trovata davanti la banda. Le due donne sono state tenute sotto il tiro della pistola. Uno dei banditi ha ordinato a Caterina Ossola di stare calma e aprire immediatamente la cassaforte.
La stima galeotta
Il commando di rapinatori era fuggito con il ricco bottino da 500 mila euro in tasca. Successivamente le indagini hanno portato alla scoperta di un elemento molto importante all’interno della vicenda. Un uomo sulla cinquantina nato a Tradate ma residente fuori provincia, poi arrestato per ricettazione, si era presentato in una gioielleria esibendo per una stima uno dei gioielli scomparsi durante il furto nella villa di Comerio. A quel punto le indagini si sono indirizzate verso il presunto ricettatore, finito in manette.
All’uomo i carabinieri della compagnia di Vraese erano arrivati proprio grazie al supertestimone che, pur non facendo parte della banda, aveva raccolto voci rivelatesi poi fondate quanto meno su chi era in possesso di parte della refurtiva. Dopo l’arresto del presunto ricettatore gli inquirenti erano arrivati ai tre presunti esecutori materiali del colpo. Facendo scattare le manette. La vicenda, infine, potrebbe ulteriormente complicarsi: le minacce al teste chiave sono risultate reali e molto credibili. Un secondo filone d’inchiesta mira ora a scoprire chi siano gli autori (o l’autore) di quello che è considerato un evidente tentativo di intimorire il testimone.n