La bellezza del derby con Milano «Coach, spiega ai tuoi che cos’è»

Stasera al Forum (20.45, diretta su Rai Sport 1) l’Openjobmetis proverà a rialzarsi. Dino Meneghin: «Chi scenderà in campo dovrà sapere che partita sta giocando»

Dino Meneghin e Dodo Rusconi avevano un modo tutto loro per caricarsi (e caricare…) in vista del derby. Nelle notti della settimana che precedeva Milano-Varese il passatempo preferito dei due campioni varesini era tormentare con gli scherzi telefonici Nico Messina, il loro allenatore.
A orari improponibili lo chiamavano a casa, camuffando la voce: «Nico, siamo i tifosi del Simmenthal. Bastardo, domenica ti faremo il mazzo». E riappendevano. Ripetevano l’operazione per una, due, tre, quattro volte… Il sabato l’ignaro

Messina radunava la sua squadra nello spogliatoio e l’arringava così: «Ragazzi, dobbiamo vincere anche per dare una lezione a quei porci che, di notte, continuano a telefonarmi da Milano per dire che perderemo…».
Brani di Storia. “Dino-Mito” l’ha raccontata in un libro insieme al giornalista Flavio Vanetti, quel “Passi da Gigante” che è appena stato ripresentato a Expo. Altri sono nascosti ovunque nel dna della Varese cestistica: Sandro Galleani, per esempio, ha sempre confessato che durante la settima pre-derby non riusciva a prendere occhio, nemmeno una notte. E non per colpa di telefonate inopportune.

Ea7 Armani Jeans Milano-Openjobmetis Varese (stasera ore 20.45, diretta su Rai Sport Hd) sarà la puntata numero 170 di un qualcosa che non è più uguale a se stesso: squadre infarcite di stranieri, tifosi addirittura gemellati, difficoltà da una parte e dell’altra. Non da oggi, certo, ma oggi ancora di più: «Ma la storia rimane, anche se tutto quello che c’è intorno è cambiato – afferma lo stesso Dino Meneghin, autorevole voce che ci presenta il match –Il passato deve essere un punto di riferimento. Io, fossi nei due allenatori, una piccola lezione di ciò che questa partita è significata negli anni lo metterei nei discorsi prima della palla a due: il tifoso pretende che vi sia una certa dose di riguardo e si accorge se poi non viene messa in campo».
Il derby arriva in una contingenza difficile, per entrambe: Varese ha nell’animo la pessima prestazione contro Caserta e le critiche feroci, Milano la sconfitta contro Trento e un ambiente ancor più in ebollizione (tra striscioni di contestazione e addirittura atti vandalici) di quello dei cugini. Chi se la passa peggio? «Sono due cantieri aperti – risponde Meneghin – La Openjobmetis continua a essere molto sfortunata con gli infortuni, mentre l’Ea 7 viene da un tour de force di impegni e viaggi che non le hanno facilitato la preparazione. C’è bisogno di pazienza, in entrambi i posti». E’ più facile predicarla che ottenerla: «So che a Varese hanno fischiato sonoramente la squadra – argomenta Dino – Ma ritengo che sia anche normale trovare giocatori spaesati alla loro prima volta in serie A e davanti a un pubblico competente ed esigente come quello di Masnago. La cura è solo una, di “petersoniana” memoria: sputare sangue in campo. La gente sa perdonare se vede agonismo».

I punti di contatto fra le due realtà si esauriscono nelle sciagure attuali: «Milano è obbligata a rimettersi in sesto e vincere, mentre Varese – che è nelle mani di un ottimo allenatore come Moretti – deve solo lavorare per raggiungere i playoff. In questo senso il fardello che si porta dietro Repesa è molto più pesante».
Sarà Varanauskas contro le geometrie di Andrea Cinciarini (il nuovo playmaker biancorosso Roko Ukic è verosimile che venga impegnato in corso d’opera), Cavaliero contro un Charsel Jenkins chiamato al riscatto, Thompson contro un grattacapo come Alessandro Gentile, Faye avverso alla stazza di Hummel e Davies che dovrà contenere la straripante carica di McLean. Confrontare le panchine non ha nemmeno senso. Sarà dura, molto dura.

Il pronostico sembra scontato e pendente dalla parte meneghina, nonostante il brutto clima e i lavori in corso. Ma Meneghin si sofferma su altro: «Io spero solo di non vedere un’altra gara con punteggi bassi, perché la qualità della pallacanestro è importante. Poi vincerà chi saprà incanalare meglio la rabbia che ha in corpo, sebbene sia innegabile che Milano abbia numerosi vantaggi su Varese». Poche ore e si saprà l’esito del primo appuntamento cerchiato in rosso sul calendario: mai come questa volta, da parte varesina almeno, vittoria e sconfitta assumono un valore relativo davanti all’esigenza di vedere dei progressi tangibili. Il senso di realtà chiede solo quelli.