La Bersagliera divide Busto

Una via intitolata alla storica prostituta? I «disgustati» offesi da chi la commemora. Ma tutti la ricordano

Una via per “La Bersagliera”? La città si spacca in due. è per il sì: «Figura emblematica della vita di una comunità, vittima di una legge sbagliata, la legge Merlin». dice no: «Una stupidaggine che non può nemmeno essere elevata al rango di provocazione».
A rilanciare la proposta, che poco più di un anno e mezzo fa fu oggetto di una goliardata ben architettata lungo la pista ciclabile di viale Gabardi che è stato per decenni il “luogo di lavoro” della prostituta più famosa di Busto Arsizio, è stato lo scrittore, e procuratore emerito della Repubblica a Crema , che ha preso a cuore la storia di Emilia, detta “La Bersagliera”: «Ha svolto un ruolo da ammortizzatore sociale».

Sui social network e in città si è subito scatenata la discussione, e c’è chi si è risentito di questa proposta, giudicandola «irrispettosa» nei confronti di una persona che non c’è più. Per contro, c’è chi invita a ricordare la storia de “La Bersagliera”, «costretta a darsi alla prostituzione, dopo che fu licenziata dal suo padrone che aveva cercato di abusare di lei. Forse potremmo trattarlo non come elogio alla prostituzione ma rammento ad una realtà

provinciale e bigotta».
Sull’argomento dice la sua anche Eugenio Vignati, già candidato alle primarie del centrodestra per gli “Indipendenti di Centro”, arriva addirittura a dirsi disgustato dall’ipotesi: «Non posso credere che la giunta comunale prenda in considerazione una simile stupidaggine che non è elevabile neppure a provocazione – afferma il dottor Vignati – il sindaco fa citazioni a riguardo? Allora abbia il coraggio di intitolare ciò che crede alla signora Emilia, pensando più adatto un laboratorio di prevenzione di analisi chimico-cliniche del sangue o microbiologico per dermosifilopatie. A Busto niente va così male che non possa andar peggio, perché a quest’ultimo, caro sindaco Antonelli, non c’è mai fine».

Ma l’ex consigliere comunale del Pdl Checco Lattuada ribadisce che l’intitolazione di una via ad Emilia, ribattezzata “La Bersagliera”, ma anche Amelia e “Millemiglia”, «sarebbe doveroso. È una di quelle figure popolari che hanno caratterizzato la vita della comunità bustocca. Oltretutto fu vittima di una legge sbagliata, la legge Merlin, che andrebbe rivista, e un’intitolazione di una via potrebbe essere l’occasione per riaprire il dibattito sulla prostituzione legale e sulle case chiuse».
Insomma, la “Bocca di Rosa” bustocca, che faceva il lavoro più antico del mondo, continua a dividere. Ma, intitolazione di una via o no, nessuno la dimentica.