«In accordo con le Autorità preposte: Prefetto, Vigili del Fuoco, Protezione civile e Comune di Varese, accertato che allo stato non sussistono più pericoli imminenti, tutte le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni nella zona del Campo dei Fiori e del Sacro Monte, da questa sera potranno rientrare a casa. Permane il divieto di transito per i non residenti sulla strada per il Sacro Monte dal bivio di Velate, via Adige».
La Comunicazione ufficiale del Comune di Varese è quella che tutti attendevamo: gli evacuati possono tornare nelle loro abitazioni per l’incendio è in regressione. È domato. La montagna è “nera ma spenta”, come tutti speravano di vederla domenica, quando il vento soffiava forte e i canaloni incendiati nascondevano l’orizzonte. E tutte le persone evacuate possono tornare a casa. «Cosa troveremo?» Si chiedevano ieri al campo base di Casciago. «Certo non più la nostra montagna». Poi la certezza: «Una montagna che tornerà più bella e forte di prima. Qui dicono ci vorranno almeno 15 anni. Aspetteremo. Nel frattempo siamo tutti pronti a dare una mano. Per ripiantumare, per farla tornare ancora più bella. Alla faccia di chi l’ha distrutta».
Il lunedì senza vento e con due Canadair e due elicotteri in volo, 90 volontari, 20 vigili del fuoco, aveva già dato un colpo feroce alla bestia che da una settimana sta divorando la nostra montagna tra il Campo dei Fiori e la Rasa. Ieri uomini e mezzi in campo sono stati ancora di più: ora non si parla di un fronte di fuoco, ma di una decina di punti critici. Decisamente un passo avanti. Con il calare della luce ieri si sono interrotte le operazioni aeree, che sono state molto massicce. I due canadair hanno fatto complessivamente 62 sganci di acqua,così come gli elicotteri Super Puma svizzeri 102 e diverse decine l’elicottero regionale. Alla fine l’acqua piovuta sul Campo dei Fiori ha superato i 550.000 litri.
Il fuoco questa volta pare vinto davvero. Non c’è vento e questa è la cosa più importante. Le operazioni di bonifica sono già iniziate. Bonifica significa per vigili del fuoco e volontari entrare nel bosco carbonizzato e smassare. Ovvero scavare sotto la cenere per individuare focolai nascosti che potrebbero rinfocolare l’incendio. Chi è all’opera ha trovato braci vice sino a 50 centimetri di profondità: il bosco era così secco visto che non piove dal 18 settembre che l’aria
continua a correre. Il fuoco ha lasciato anche le pendici del Sacro Monte e l’Osservatorio del Campo dei Fiori è salvo. Ieri mattina il responsabile delle operazioni di spegnimento degli incendi al Campo dei Fiori ha dato assenso all’accesso all’Osservatorio da parte di un gruppo di associati della Schiaparelli, tra cui il presidente Vanni Belli per valutare la situazione. La strada di accesso al Campo dei Fiori attraversa diversi pendii boscati percorsi dall’incendio, fortunatamente con danni limitati perlopiù al sottobosco e in misura minore alle piante di alto fusto. «Gli edifici e le attrezzature dell’Osservatorio non hanno subito danni, mentre sono in corso operazioni di spegnimento di alcuni focolai in vicinanza degli edifici con intervento di squadre dei vigili del fuoco, elicotteri e diversi reparti della Protezione Civile Regionale. Si spera che gli interventi siano finalmente risolutivi e che la situazione si normalizzi in alcuni giorni», si legge in un comunicato ufficiale. Ed è così: la bestia parrebbe finalmente domata. Ora sarebbe più che bene accetta la pioggia per chiudere il cerchio.