L’aumento del reddito minimo per ottenere i visti di lavoro nel Regno Unito ha sollevato molte domande e preoccupazioni: chi saranno i privilegiati adesso? Chi verrà escluso da questa stretta? E gli italiani che avevano guardato al Regno Unito come opportunità lavorativa, ora cosa faranno? Queste misure potrebbero impedire loro di realizzare i loro sogni? La risposta sembrerebbe essere affermativa. Queste nuove misure sono il chiaro segnale che il governo britannico vuole privilegiare le professioni di alta fascia, scoraggiando molti cittadini europei – compresi gli italiani – dall’andare a lavorare nel Regno Unito, e sollecitando il ritorno in patria.
Il Regno Unito sta attraversando un periodo di significative modifiche nelle politiche sui visti lavorativi per stranieri, con conseguenze che si ripercuotono su coloro che arrivano da fuori e sui non britannici senza permessi di lavoro già in essere. Queste nuove regole, parte di un’ampia legislazione anti-immigrazione promossa dal governo Sunak, mirano a limitare e selezionare i flussi migratori. In particolare, si sta dando priorità ai manager e ai professionisti già formati, mentre i giovani europei rischiano di subire le conseguenze più dirette di questa stretta, soprattutto coloro che avevano accesso libero al Regno Unito prima della Brexit.
Una delle modifiche chiave riguarda appunto l’aumento del salario minimo richiesto per ottenere un visto di lavoro nel Regno Unito: da circa 33.000 euro a circa 45.000 euro, un aumento del 40%. Inoltre, i datori di lavoro sono ora tenuti a coprire il costo del visto, che ammonta a circa 1.500 sterline e include anche la copertura sanitaria pubblica per il lavoratore. Solo alcune professioni, come quelle nel settore sanitario e dell’assistenza sociale, sono escluse da queste nuove regole, evidenziando le priorità del governo britannico in termini di reclutamento di personale qualificato.
Qual’è il paradosso? Che in Gran Bretagna la disoccupazione è già molto bassa, e la domanda per lavori meno qualificati come camerieri o badanti non è affatto alta tra i cittadini inglesi; ruoli che, per l’appunto, sono sempre stati tradizionalmente occupati da immigrati.