Le opere il cui studio dovrebbe essere reso obbligatorio nelle offerte didattiche dei diversi istituti superiori italiani sono quelle che trattano il tema della “Caccia alle streghe”.
A partire da Il Crogiuolo di Arthur Miller, grandioso affresco del dramma cui può portare il fanatismo, e soprattutto l’odio e l’invidia umana, che usa la religiosità e le credenze popolari come strumento per raggiungere i propri obiettivi.
La “Caccia alle streghe” è un fenomeno emblematico nella civiltà occidentale che ha attraversato i secoli.
Mette in luce le debolezze, le fragilità degli esseri umani.
Ma anche il lato oscuro che si trova nell’animo delle persone, quel lato di violenza primordiale che purtroppo, dopo millenni, non siamo ancora riusciti a domare.
E chissà mai se ci riusciremo. Probabilmente no.
Perché la bestialità fa parte dell’essere umano e non si può eliminare.
Ma è possibile tenerla sotto controllo, evitare che emerga.
La cultura è l’antidoto migliore alla bestialità. E la politica dovrebbe lavorare su questo insieme alla cultura. Politica, da Polis, dovrebbe rappresentare lo strumento per migliorare la civiltà.
Invece oggi il mondo politico non sembra avere più come obiettivo la costruzione del bene comune e di una società più giusta, quanto la ricerca ossessiva del consenso, per ottenere il potere fine a se stesso. E questo tipo di politica non può certo essere interessata ad arginare fenomeni come la “Caccia alle streghe”. Anzi, li cavalca, li enfatizza.
La politica di oggi non cerca di fermare l’odio, ma lo alimenta per ottenere sempre più consenso. E la bestialità umana diventa strumento sempre più utilizzato da chi punta a salire sempre più in alto.