Quattordici miliardi di euro: è il volume d’affari generato dal consumo di sostanze stupefacenti sul territorio italiano nel solo 2013, pari allo 0,9% del Pil. Ed è in crescita: nel 2011 ammontava a circa 12,7 miliardi complessivi. Ad ogni modo gli ultimi dati dicono che nel 2013 gli italiani hanno speso 6,5 miliardi di euro per la cocaina, 4 per la cannabis, 1,9 per l’eroina e 1,7 per altri tipi di stupefacenti. Da una stima approssimativa sarebbero 6,1 milioni gli utilizzatori di cannabis sul territorio nazionale, 1,1 milioni invece gli assuntori cocaina, 218mila di eroina, e 591mila coloro che utilizzano altre sostanze chimiche come ecstasy, Lsd o amfetamine.
Sono i dati che emergono dall’ultima relazione annuale al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia, che è stata depositata in Senato il 6 dicembre scorso. Le informazioni raccolte dal Dipartimento per le politiche antidroga evidenziano che nel 2013, le attività connesse agli stupefacenti, rappresentano quasi il 70% delle attività illegali complessive.
Un altro dato utile per capire i numeri che stanno dietro al fenomeno è quello fornito dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga: nel corso del 2015 in Italia le operazioni volte al contrasto delle sostanze stupefacenti sono state 19.091 e hanno comportato il sequestro di 84.066,38 chili complessivi di droga. Un altro dato che balza agli occhi è così quello che il più alto numero di tali interventi è quello della Lombardia (3.132), seguita dal Lazio (2.940) e poi dalla Campania (1.782).
La relazione ha riacceso il dibattito sul proibizionismo nei confronti delle droghe leggere, visto che nel 2016 era approdata in Parlamento una legge, sostenuta da più di 200 parlamentari, che chiedeva la legalizzazione della cannabis. Per Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo!, promossa dall’Associazione Coscioni, «la relazione presenta il quadro di una situazione pressoché immutata rispetto al passato, quindi di evidente fallimento del contrasto al narcotraffico. La situazione sembra quindi esser consolidata il che conferma che le attuali politiche per controllare il fenomeno attraverso la proibizione e la penalizzazione non funzionano. Occorre quindi passare a una regolamentazione legale della produzione consumo e commercio di tutte le sostanze per scongiurare l’ingresso nel circuito penale di migliaia di persone, aiutarle in caso di rapporto problematico con le sostanze e per rimpinguare le casse dello Stato».n