ROMA – La Corte di Cassazione ha accolto con rinvio il ricorso presentato da Giovanni Rina, figlio del capomafia di Cosa Nostra, contro la proroga del regime di carcere duro, il 41 bis, a suo carico. Rina, arrestato nel 1996, è detenuto in regime di 41 bis dal 2002, misura che limita severamente i suoi contatti con l’esterno e gli altri detenuti.
La decisione ha suscitato reazioni politiche. La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, ha annunciato di voler esaminare attentamente le carte relative al caso. Da parte sua, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha ribadito la posizione del governo, sottolineando che non ci sarà alcun passo indietro sull’applicazione del 41 bis, una misura considerata fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata.