Orgoglio Lonate, una città che non si rassegna: stasera una fiaccolata spontanea per la legalità nata sui social network. Il vicesindaco assume i poteri del primo cittadino in carcere, ma i Democratici Uniti, il principale gruppo di opposizione, insistono: «Lonate aspetta solo un soffio d’aria nuova. Le dimissioni di Rivolta sono un atto dovuto».
C’è una città che non si rassegna, nonostante un nuovo episodio di cronaca giudiziaria, dopo la pesantissima vicenda dell’inchiesta “Bad Boys”, che associa il nome di Lonate Pozzolo al malaffare. Facciamo vedere che Lonate è una comunità che non vuole arrendersi a questa brutta nomea» uno degli appelli comparsi sui social network. Martedì, nel pieno dello choc dell’arresto del sindaco Danilo Rivolta, il successo della corsa podistica Lonight Run ha dato un primo segnale di normalità. Ma l’iniziativa più significativa si svolgerà oggi alle 21, con ritrovo davanti al Municipio: una fiaccolata per la legalità nata dal basso, tra normali cittadini indignati.
«Un ritrovo spontaneo e pacifico oltre che apolitico – lo definisce , uno dei promotori – Spero nella partecipazione dei cittadini con una protesta simbolica. È necessario uno scatto di orgoglio del paese che esige onestà». Ma anche la politica si muove. Sul fronte della maggioranza, è il vicesindaco Sabrina Marino ad assumere le funzioni di reggente del Comune. E se qualche ex leghista attacca ricordando la contrarietà espressa ai tempi dell’alleanza con Forza Italia che ha espresso il sindaco Rivolta, i veri strali giungono dall’opposizione.
Con il gruppo Democratici Uniti che torna a chiedere il passo indietro del primo cittadino finito in galera. «Non è accettabile che il sindaco non abbia ancora fatto pervenire le sue dimissioni, un atto dovuto verso la collettività di Lonate, che aspetta solo un soffio di aria nuova – sostiene il gruppo di centrosinistra – Tutti sono innocenti fino alla sentenza di giudizio, ma i fatti illustrati dalla Procura, suffragati dalle intercettazioni, non lasciano molto margine a chi volesse scagionare il sindaco. Emerge un modus operandi che sconcerta, una ragnatela di interessi familiari che ha danneggiato tutti i lonatesi solo per vantaggio economico e personale».
Nel mirino anche «l’inaccettabile ipocrisia di chi non ha perso occasione di ergersi a paladino della legalità mentre cercava un modo di liberarsi della presenza di onesti funzionari che non volevano avallare un tale sistema corruttivo», ricordando «il giuramento di inizio mandato, con tanto di lapsus freudiano» del sindaco che si definì “… un uomo libero, non ritengo più di avere conflitti di interessi, non ritengo, non li avevo neanche prima…”.