Iniziano i saldi e la città si spacca in due. Il discrimine tra i commercianti soddisfatti e quelli che invece si aspettavano di più è dato dalle zone: le vie del centro storico sono il “Rubicone” oltre il quale il consumatore tipo non si è spinto, lasciando sul campo morti e feriti di questo inizio di sconti generalizzati.
Corso Matteotti, piazza Carducci, via Broggi e i paraggi di via Veneto hanno fatto il pieno di clienti con il portafoglio tutt’altro che gonfio, ma comunque decisi ad approfittare con attenzione del weekend di prezzi ribassati; così in via Manzoni e limitrofi dove né la chiusura di via Volta durante la mattinata di sabato, né le difficoltà di parcheggio al multipiano di piazza Repubblica hanno scoraggiato le persone in cerca di occasioni.
I negozi di queste zone possono esultare: sia sabato che domenica il tempo ha fortunatamente tenuto e una fiumana di patiti dello shopping ha invaso le strade, creando un volume di affari che – nelle opinioni della maggioranza – non è diminuito rispetto allo scorso anno.
A profittarne soprattutto le grandi catene di abbigliamento – ormai in maggioranza schiacciante rispetto ai piccoli esercizi – “Mecca” di tanti pellegrinaggi che le hanno scelte come obbiettivo facile, conosciuto e sicuro.
Fuori da questi circuiti, però, l’andazzo è stato diverso: il comparto di piazza Giovine Italia, via San Martino e la zona del tribunale e tutto ciò che rimane oltre le rotte abituali non ha conosciuto nessun boom di inizio saldi: «Non è andata benissimo – affermano al “Bosco Incantato”, negozio di articoli per bambini – Via San Martino è punto meno frequentato rispetto ad altri. Per un bilancio, però, aspettiamo la fine».
Diversa l’opinione di, proprietaria di “3nd World” – pieno corso Matteotti – e presidente provinciale della Fismo (Federazione italiana settore moda): «Sabato mattina ero piuttosto preoccupata – racconta – perché il centro sembrava vuoto. Nel pomeriggio, invece, le cose sono cambiate: ho lavorato 14 ore e a mezzanotte ho dovuto chiudere nonostante ci fosse ancora tanta gente in giro».
I saldi del 2014 devono essere soprattutto evidenti per attirare. È così che molti negozianti hanno adottato un metodo particolare per sottolineare i ribassi: «Non abbiamo modificato né le vetrine, né i cartellini dei capi – raccontano all’Armeria Meschieri di piazza Carducci – I prezzi esposti sono quelli pre-saldo e solo il tasso di sconto viene pubblicizzato. Così i clienti possono accorgersi alla cassa della vera misura del risparmio rispetto al normale».
Tra contenti e scontenti, il commento di chiusura è affidato ad Ascom: «La partenza mi sembra buona – spiega, fiduciario dell’Associazione commercianti della città di Varese – I timori della vigilia legati alla chiusura di qualche strada sono stati smentiti dall’afflusso effettivo. Un vero bilancio, però, si potrà fare solamente alla fine».
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