ROMA – Durante il question time alla Camera di mercoledì 9 aprile, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sottolineato l’importanza di garantire il diritto alla continuità affettiva del bambino, rispondendo a un’interrogazione presentata dalle deputate Simonetta Matone e Simona Loizzo. L’oggetto della discussione è stato il caso di un bambino di 4 anni al quale, a seguito di una decisione del Tribunale dei Minori di Milano, è stato negato il ricorso presentato dai genitori affidatari, residenti in provincia di Varese.
Il ministro ha evidenziato che, nel contesto delle decisioni legali che coinvolgono minori, il principio della continuità affettiva deve prevalere, affinché il bambino possa mantenere un legame stabile con la sua famiglia affidataria, che si è presa cura di lui fino a quel momento. La vicenda riguarda un caso in cui il bambino, affidato a una famiglia da poche settimane, è stato allontanato rapidamente e, secondo le ricostruzioni, in un arco temporale di appena 48 ore.
Simonetta Matone ha commentato con preoccupazione il rapido allontanamento del piccolo, raccontando che il bambino, prima di lasciare la casa della famiglia affidataria, avrebbe detto alla sua “mamma” che non avrebbe portato con sé i suoi giocattoli, convinto che sarebbe tornato quella stessa sera. Purtroppo, il bambino non è più tornato. Questo episodio ha suscitato un ampio dibattito, in quanto solleva interrogativi sulla gestione dei casi di affidamento e sul rispetto del diritto dei bambini a mantenere una relazione stabile con le persone che si prendono cura di loro.
Il ministro Nordio ha quindi ribadito che le decisioni legali relative ai minori devono sempre essere guidate dal principio della protezione del benessere del bambino, assicurando che la continuità affettiva non venga compromessa da decisioni che possano arrecare danni psicologici o emotivi ai piccoli coinvolti.