Droga venduta al dettaglio sui treni con il primo assaggio gratuito per fidelizzare il cliente. L’asse dello spaccio ferroviario corre su diversi livelli e diversi binari tra Varese, Lecco e Milano. È uno scenario devastante quello smantellato dagli uomini della squadra mobile di Lecco coordinati dal pubblico ministero . I clienti dei pusher viaggianti erano infatti normalissimi pendolari: studenti, moltissimi i minorenni, ma anche impiegati, liberi professionisti e persino due manager di altissimo profilo sorpresi mentre, trasformatisi in improbabili cercatori di funghi, cercavano di raggiungere l’accampamento di tende che era la sede di approvvigionamento sopra i monti del lecchese dove si nascondeva El Diablo, il boss dell’organizzazione, al secolo , marocchino di vent’anni, che gestiva un fenomeno di spaccio pendolare tra Milano, Lecco, la Brianza e Varese che gli inquirenti hanno descritto come di “dimensioni devastanti”.
L’indagine partita nel 2014 ha documentato del resto duemila cessioni di droga. Se El Diablo se ne stava nascosto ed erano i clienti ad andare da lui per i rifornimenti, l’uomo dei treni, l’uomo del marketing, era invece , albanese di 28 anni. Era lui a muoversi tra Brianza, Lecchese, Varesotto o Milano contornato dai suoi “cavallini” che non facevano altro che viaggiare avanti e indietro lungo le tratte prese di mira. Prima quella del Besanino,
poi visti gli affari, quelle di mezza Lombardia. I pusher avvicinavano i pendolari offrendo un assaggio gratuito. Hashish, ma anche cocaina ed eroina da fumare per i più “sofisticati”. Il primo assaggio era gratis per catturare il cliente; le dosi successive venivano regolarmente vendute ma a prezzi stracciatissimi: circa 20- 25 euro per una dose di eroina. Le due bande puntavano sulla quantità della clientela. Dopo il primo assaggio l’acquirente riceveva un numero di cellulare da contattare per i nuovi ordini che andava a ritirare in luoghi prestabiliti e molto ben appartati. I pagamenti dovevano essere puntuali, però. Il ragazzino che non aveva denaro a saldo del conto, poteva estinguere il debito con qualche bottiglia di superalcolico rubata nei supermercati. Le ragazzine invece offrivano sesso in cambio della dose; uno di questi casi di “pagamento in natura” ha coinvolto anche una minorenne. Tra Varese e Milano, infine, si muoveva anche il terzo livello dell’organizzazione.
Il livello superiore: sul nostro territorio si muovevano i grandi quantitativi di stupefacente che andavano a rifornire le truppe di terra di El Diablo e quelle “da binario” di Mecaj. Il blitz della Mobile di Lecco ha portato a otto arresti. Ma non è finita: sei sodali sono al momenti irreperibili ed è caccia all’uomo. Sui treni varesini quindi viaggiavano droga, denaro e molto probabilmente anche alcuni dei clienti di Mecaj. Gli inquirenti stanno ora lavorando al “terzo livello” dell’organizzazione quello che tra la nostra provincia e quella di Milano approvvigionava grandi quantitativi di stupefacente finalizzati a rifornire i cavallini da carrozza giù sino alla Brianza. Sui nostri treni non viaggiano quindi soltanto i rapinatori armati di machete, che nel febbraio scorso terrorizzarono il centro cittadino dopo essere scesi in stazioni arrivando da Milano e mettendo a segno tre colpi puntando il coltellaccio alla gola dei passanti.