Chicco continua la sua lotta in pediatria.
È stabile la situazione del giovane, affetto da una rarissima patologia che i varesini stanno cominciando a conoscere grazie all’impegno che papà Giorgio ha nel seguirlo. I problemi sorti nei giorni scorsi legati al suo ricovero nel reparto dell’Ospedale Del Ponte sono ormai superati, come assicura anche il direttore generale .
«La faccenda è assolutamente risolta, visto che ASST non ha tolto servizio, ma si è disposto per il ricovero al Del Ponte di Varese con l’assistenza dovuta».
Ritiene che «il problema sia risolto, perché sono state eliminate le incomprensioni tra operatori e il padre del giovane». Un aiuto in più potrebbe arrivare dal progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) che offre una corsia preferenziale di accoglienza e assistenza a pazienti con gravi disabilità intellettive, comunicative e neuromotorie adattando il percorso ospedaliero – pronto soccorso e ambulatori – alle specifiche esigenze.
«Il progetto è proprio la dimostrazione che l’ospedale si prende carico e cura di tutte le persone con disabilità. Ci sono persone appositamente dedicate e con esperienza nel trattare casi simili».
Attualmente sono, tra i 700 e 900, «i pazienti seguiti stabilmente dal servizio che ha come responsabile medico la dottoressa . I numeri testimoniano che questa amministrazione si fa carico di seguire tutti e con ancora maggiore attenzione le persone bisognose di aiuto».
Dopo il messaggio aperto scritto dal padre per Federico, in molti si sono rivolti al signor Arca per conoscerlo e sostenerlo. «Ho letto lettera. Mi ha commosso e colpito insieme» dice , consigliere regionale, che ieri mattina in forma privata è andato a trovare Chicco al Del Ponte. «È stato solo un gesto umano per capire e comprendere. Mi hanno colpito l’umanità e la tenacia di papà Giorgio. Mi ha spiegato cosa è successo e raccontato di avere a che fare con professionisti grandi livello».
Poi «ho parlato con Bravi, che so essersi attivato subito. Il mio interesse però è per l’aspetto umano, volevo mostrare vicinanza a una famiglia che fa tanti sacrifici pur di garantire la salute di un figlio che purtroppo ha una disabilità molto rara. Una famiglia del genere, e le tante simili, meritano supporto e sostegno». Servono «ascolto e comprensione e vicinanza. Possiamo fare le leggi migliori del mondo e non riuscire, a volte, a dare risposte a tutto.»
Se il progresso scientifico negli anni «ha permesso di ampliare l’aspettativa di vita, la sfida di oggi è capire come gestirla».
ha apprezzato la visita «senza strumentalizzazioni, ma solo per conoscere Federico e capirne la patologia. Alfieri si è reso conto che Chicco è un bambino. Non crescerà più, lo sapevamo dalla nascita e ce lo disse il dottor Macciotta di Cagliari, che – cercando casi simili – trovò solo altri due malati che non superarono i 17 anni. La loro storia si e ripetuta con Federico. I primi 15 anni sono stati i più difficili, perchè non parlava».
I genitori hanno imparato «ad associare i movimenti che fa, a ciò che prova dal dolore al caldo. Ora fatica a trovare l’alimentazione giusta, dopo l’intervento e con un metro di intestino in meno, ma è un grande lottatore».
Il progetto Dama per Arca «è una straordinaria istituzione che permette di sbrigare in poco tempo la trafila per l’accesso alle cure. La dottoressa Pellizzoli è tenace e ha tanta voglia di fare». Dama è «un aiuto enorme, ma non è una soluzione per mio figlio. Per lui la soluzione c’è ed è la pediatria».
Giorgio chiude con un invito: «vorrei che anche il direttore Bravi venisse a conoscere Federico».