L’emozione del primo giorno è sempre difficile da spiegare. Specialmente per un ragazzo che questa panchina l’ha sognata, l’ha ambita, e l’ha ottenuta.
In questi giorni di difficoltà, di confusione societaria, di scarse soddisfazioni sul campo, c’è un bagliore, c’è una speranza, c’è una storia da raccontare. C’è Paolo Tresoldi, che non è più l’allenatore della Juniores, bensì l’allenatore del Varese. E merita fiducia, merita credito, merita un abbraccio da quei pochi tifosi che sono rimasti al fianco della squadra. E merita il massimo dell’impegno dai giocatori, tanti o pochi che siano, che resteranno con lui fino al termine della stagione.
Nelle parole di Paolo Tresoldi c’è il sentimento di chi sa che questa è un’occasione da cogliere, nonostante tutto ciò che si sta muovendo attorno al Varese: «Sono molto contento di questo primo giorno e del lavoro che abbiamo svolto, dell’atteggiamento dei ragazzi. Se ci sono dei problemi, in campo non li ho visti, non è trasparito nulla se non una grande voglia di lavorare ed impegnarsi. Ci siamo allenati per due ore ad una buona intensità,
svolgendo veramente un buon lavoro». C’è anche un retroscena, splendido, che Tresoldi ci confida: «Ho ricevuto un messaggio da Devis Mangia, mi ha fatto l’in bocca al lupo e soprattutto mi ha ricordato che anche lui è partito così, in questo modo. Per me Devis è un esempio da seguire, mi ha fatto immensamente piacere ricevere il suo messaggio». Niente moduli, si parla più di atteggiamento: «Abbiamo provato delle situazioni (si va verso il 4-3-1-2 con Rolando a supporto di Repossi e Lercara), però preferirei parlare di atteggiamento. Vorrei vedere una squadra aggressiva, che giochi un calcio intenso anche se so che non sono concetti facili da trasmettere in quattro giorni. Però se la voglia è quella che ho visto in questa prima giornata, va benissimo». Molto probabilmente non avrà a disposizione Hernan Molinari, ieri in borghese a bordo campo, ufficialmente per febbre e per farsi visitare dal dottore, ma comunque al passo d’addio forse già prima della fine della settimana: «Molinari è andato a casa con la febbre, ma gli attaccanti se non li abbiamo ce li inventiamo senza problemi. Chi andrà in campo darà il 200%. Avere tutti nella posizione giusta sarebbe bello, ma se non è possibile faremo il massimo lo stesso con chi è a disposizione».
La sorpresa di diventare allenatore del Varese ancora gli illumina gli occhi: «Non me l’aspettavo ma lo speravo, senza speculare su chi c’era prima di me. Era un sogno che volevo arrivare. Mi spiace che il nostro lavoro ti porta a subentrare, ma questa volta è il mio turno e adesso ci sono». Capitolo mercato: detto poche righe sopra di Molinari, Granzotto si sta allenando con un nulla osta al Campodarsego (Serie D, girone C) e firmerà lì, per il momento Magrin (almeno ufficialmente) non è in partenza. È arrivato invece il centrocampista classe 1994 Marco Morao, per tre anni all’Inveruno prima di iniziare questa stagione con la Grumellese. Repossi è sempre cercato dal Carpi, Serie B, ma sarà un discorso lungo.