«Non esistono sogni impossibili». Chi meglio di Andrea Azzalin, preparatore atletico del Leicester campione d’Inghilterra, poteva spiegarlo ai ragazzi delle scuole medie Bossi di Arcisate? L’idea del professor Silvano Danzi ha fatto centro: i 300 giovani studenti ieri hanno seguito con curiosità e attenzione il lungo e appassionato intervento di Azzalin che, dopo aver mostrato un filmato sulla meravigliosa favola calcistica delle volpi di Ranieri, si è raccontato a cuore aperto. «Io sono partito da qui,
dal campo di atletica di Arcisate. Poi ho lavorato nel calcio, a Luino e Varese. Monaco, la nazionale under 21, il Bari e la Grecia. E il Leicester. Mi sono sempre messo in gioco, giorno dopo giorno. I desideri si possono realizzare: ma la strada da prendere è quella più difficile. È quella fatta di sacrificio, di impegno. Di fatica. Ho fatto diversi lavori per pagarmi gli studi: la triennale di Scienze motorie all’Insubria, la specialistica alla Statale di Milano, poi la borsa di studio per il dottorato di ricerca all’università di Verona e di Kent. Oggi sono contento e posso dire di aver fatto bene. Per realizzare i vostri sogni dovete credere in voi stessi. Cosa potete fare già oggi? Studiare e impegnarvi…».
I professori applaudono, gli studenti sbuffano un pochino, poi se la ridono. Il silenzio torna veloce, trainato dalla curiosità: «Conoscete Vardy, vero? Vi racconto qualcosa?» chiede Azzalin. La risposta è un boato di tutta la palestra. «Jamie è esattamente come lo vedete in campo. Mister Ranieri dice che se avesse una lampadina in bocca sarebbe capace di accenderla con la sua incredibile energia. Cinque anni fa era un operaio e un calciatore dilettante. Poi qualcuno ha scommesso su di lui, gli ha dato un’opportunità: lui l’ha sfruttata. Dicono che il treno passi una volta sola: bisogna essere pronti, capaci e coraggiosi per salirci. Lui l’ha preso e ora tutti parlano di lui: una favola nella favola».
Da un campione all’altro, c’è sempre qualcosa da imparare: «Kante, il nostro motorino del centrocampo. Fino a 17 anni fa lo scartavano tutti: troppo piccolo. Poi è stato preso nella B francese, è salito in A, è arrivato da noi e insieme abbiamo vinto. Sapete cosa è incredibile? La sua umiltà. È sempre sorridente, si impegna al massimo in ogni cosa».
I ragazzi hanno tanto domande: «Quanto conta la squadra? Tanto, tantissimo. Volete fare qualcosa di grande? Da soli non ce la farete: serve una squadra. Noi abbiamo vinto col gruppo, sfruttando l’energia di ognuno di noi. Momenti difficili? Ci sono. Ma nel bene e nel male conta una cosa, essere se stessi. Aggrappandosi alle proprie cose: per me mia moglie, la mia famiglia, i miei amici».
Un lungo applauso chiude l’intervento di Azzalin, ringraziato dal preside Walter Fiorentino: «Mi sono segnato alcune parole. Favola, per cui Andrea ha dovuto combattere. Emozione, da cui bisogna farsi trascinare. Squadra. Umiltà. Fatica». Sorridente e felice il professore di educazione fisica Silvano Danzi, promotore dell’incontro: «Conosco Andrea da sempre e l’ho invitato, ancor prima del titolo inglese, perché è il caso eclatante, il simbolo di come una persona con qualità e competenze, con il lavoro e l’impegno, possa raggiungere grandi risultati».
Prima della foto di gruppo, per i ragazzi c’è una sorpresa: Azzalin ha una maglia del Leicester firmata dai campioni della Premier League (mentre per lui c’è quella della gara di corsa Andolfatto): «Appendetela qui in palestra – conclude il preparatore atletico – Ogni tanto guardatela e pensate che dietro a una maglia, qualsiasi essa sia, ci sono tutte le cose che vi ho raccontato e che il vostro preside vi ha sottolineato. Credete in voi e impegnatevi. E nessun sogno sarà impossibile».