L’asilo chiama, Daverio risponde: e chi aveva dei dubbi, non conosce lo spirito della gente che vive in questo paese. Nello scorso finesettimana è andata in scena la tradizionale festa di fine anno: una due giorni divenuta ormai appuntamento storico e testimonianza degli anni che passano.
Una festa che, quest’anno, aveva un gusto particolare: di riscatto, di voglia d’andare avanti sempre e comunque, di sorrisi dei bambini che sono più forti di tutto e di tutti.
Più forti di chi, settimana scorsa, approfittando del ponte del 2 giugno è entrato nell’asilo ed è andato a colpo sicuro portando via più di 2000 euro in contanti. Soldi della festa, soldi per la festa: soldi che fanno la differenza tra un utile e una perdita, soldi che per una scuola paritaria come quella daveriese servono per far quadrare un bilancio e portare avanti le attività. Rabbia, musi lunghi e facce scure: pensare che qualcuno possa rubare in un asilo è
qualcosa che fa a pugni con l’ottimismo, che fa venir voglia di spegnere tutto. Che fa smettere di credere nei miracoli.
E invece nei miracoli bisogna continuare a crederci: e a insegnarcelo è stata proprio la festa. Una due giorni meravigliosa nonostante il brutto tempo che sabato ha rovinato i giochi organizzati da (e per) i genitori. Una due giorni di sorrisi e lacrime (provateci voi a non piangere davanti alla consegna dei diplomi ai bimbi che salutano gli anni spensierati dell’asilo per affrontare il mondo della scuola). Una due giorni piena di gente: sono venuti in tanti, sono venuti tutti. I genitori e i nonni dei bambini con i parenti, gli amici, ma soprattutto sono venuti i daveriesi: quasi spinti da un richiamo non scritto.
Il presidente dell’asilo, Gianni Brugnoni, dopo una settimana d’umore nero ha potuto tornare a sorridere: l’incasso è stato buono e ha permesso di dimenticare il fattaccio della settimana prima. O, per lo meno, ha permesso di pensarci con un po’ di serenità in più. E allora, dopo una storia così, non c’è altro da fare che dire grazie. Grazie alle maestre che hanno messo in piedi uno spettacolo emozionante, grazie ai genitori che per preparare questa festa hanno trascurato mogli e mariti, grazie ai volontari che hanno cucinato, fritto, spillato birre, servito vassoi e organizzato giochi.
E soprattutto grazie ai bambini: i grandi erano tutti arrabbiati e loro li hanno fatti sorridere. Scusateci se noi, ai miracoli, continuiamo a crederci.