La filiera varesina del packaging fa squadra: sul territorio 130 imprese per 8mila addetti

Uno spaccato industriale alla ricerca di nuove sinergie. Il presidente provinciale di Confindustria Roberto Grassi: "Accanto alle tradizionali logiche verticali per settore, è sempre più importante promuovere un approccio trasversale, che favorisca il dialogo tra comparti diversi della manifattura"

VARESE – L’industria varesina vanta una lunga tradizione in filiere storiche come quella dell’aerospazio, delle macchine utensili, della meccanica, del tessile, della chimica, della gomma-plastica e dell’occhialeria. A queste, però, si affianca anche una supply chain non meno strategica, anche se forse meno conosciuta: quella del packaging, anch’essa fortemente radicata sul territorio e in forte crescita, un ecosistema manifatturiero fatto di realtà aziendali di rilievo, anche internazionale. Sono 130 le imprese varesine, per un totale di circa 8mila addetti, ad essere coinvolte nella filiera del packaging secondo una mappatura del Centro Studi di Confindustria Varese, effettuata sulle proprie aziende associate. Non solo fornitori di imballaggi e macchinari per il confezionamento, ma anche fornitori di materiali, semilavorati, macchinari e attrezzature per la produzione e la stampa di imballaggi e imprese che offrono servizi come packaging R&D e design, confezionamento conto terzi.

Questo lo spaccato industriale protagonista di un evento di matchmaking organizzato da Confindustria Varese questa mattina al Centro Congressi Ville Ponti di Varese, con lo scopo di favorire la creazione di nuove possibili relazioni traimprese appartenenti a settori merceologici diversi, anche grazie alla creazione di un catalogo della filiera packaging in provincia di Varese (consultabile qui) al quale hanno aderito, ad oggi, 47 imprese associate all’associazione degli industriali varesini e ad una serie di incontri B2B, che hanno coinvolto 52 imprese in 115

meeting. In totale, l’eventoche nella sua parte convegnistica ha fatto il punto sulla situazione congiunturale e le possibili traiettorie di sviluppo del settore, ha visto il coinvolgimento di 89 aziende per 183 partecipanti tra imprenditori, manager e rappresentanti del Sistema Confindustria. Non solo realtà della filiera in senso stretto, ma anche potenziali industrie clienti di tutti gli altri comparti della manifattura varesina: alimentare e bevande, cosmetica, farmaceutica, abbigliamento, arredamento, elettrodomestici, giocattoli, componenti automotive, motocicli, macchinari e minuterie metalliche, in cerca di nuove soluzioni per l’imballaggio e la distribuzione dei propri prodotti.

“L’appuntamento di oggi intende dare attuazione ad una delle linee del Piano Strategico #Varese2050, che punta a mettere i cluster industriali al centro dello sviluppo territoriale, rafforzando le specializzazioni già presenti – ha dichiarato Roberto GrassiPresidente di Confindustria Varese –. Questo evento di matchmaking rappresenta un’occasione per osservare da una nuova prospettiva il comparto del packaging e della supply chain, partendo dal contesto varesino. Accanto alle tradizionali logiche verticali per settore, è sempre più importante promuovere un approccio trasversale, che favorisca il dialogo tra comparti diversi della manifattura. Iniziative come questa, puntano a generare nuove opportunità di business, fornitura e collaborazione. Conoscersi meglio, anche a livello locale, può far emergere sinergie inaspettate: a volte, ciò che acquistiamo dall’altra parte del mondo è già disponibile a pochi chilometri dalla nostra azienda”.

L’evento di matchmaking, infatti, non a caso, ha rappresentato la parte pubblica dell’Assemblea congiunta dei Gruppi merceologici “Chimiche, farmaceutiche e conciarie”, “Gomma e materie plastiche”, “Cartarie, editoriali e poligrafiche” e “Legno” di Confindustria Varese.

Il settore dell’imballaggio in Italia

“Dopo un 2023 di contrazione, il 2024 si apre con segnali di ripresa per il comparto del packaging, trainato in particolare dal settore alimentare e cosmetico. Tuttavia, l’aumento costante delle importazioni rispetto alle esportazioni rappresenta una sfida per il nostro sistema produttivo, che deve puntare su innovazione e sostenibilità per mantenere la propria competitività”, ha commentato Barbara Iascone, Responsabile Ufficio Studi Istituto Italiano Imballaggio che, nel corso dell’evento, ha fornitouna panoramica sul settore dell’imballaggio in Italia. A confermare la strategicità del comparto per l’industria manifatturiera italiana e, in particolare, per il sistema produttivo varesino che ospita numerose eccellenze della filiera, sono i dati elaborati dell’Istituto Italiano Imballaggio, secondo cui nel 2023 il comparto ha rappresentato il 3,3% del fatturato dell’industria manifatturiera e l’1,8% del Pil nazionale. Per il 2024, si stima un incremento all’1,9% del Pil, evidenziando segnali di ripresa dopo un anno di contrazione.

L’analisi dei comparti di destinazione mostra come il settore alimentare e delle bevande, che assorbe il 77,5% della produzione di imballaggi, sia tra i principali driver della ripresa, con una crescita attesa dello 0,8% nel 2024. Ancora più significativo l’aumento del settore cosmetico, che si prevede in espansione del 9,2%. Il farmaceutico e il largo consumo registreranno entrambi un +4%, a conferma della resilienza e della dinamicità dell’industria del packaging.

Strategia e Normative UE

Il comparto dell’imballaggio è anche al centro di una trasformazione strategica voluta dall’Unione Europea, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti, promuovere il riutilizzo e il riciclo e favorire l’impiego di materiali innovativi e sostenibili. Un cambiamento che impatterà profondamente anche sulla filiera varesina del packaging.

Le nuove normative europee impongono che, entro il 2030, tutti gli imballaggi siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente sostenibile e che l’adozione di un’etichettatura sia più chiara ed universale. Gli stessi simboli saranno infatti utilizzati in tutta l’Unione Europea, semplificando così il processo di identificazione e smaltimento corretto degli imballaggi.

Giacomo BianchiEU Liaison Office Confindustria Varese a Bruxelles ha sottolineato, nel corso dell’incontro, l’importanza di un rapido adeguamento delle imprese alle nuove direttive comunitarie: “Le normative europee sul packaging rappresentano una sfida, ma anche una straordinaria opportunità per le aziende varesine di rafforzare la loro competitività nel mercato europeo. La transizione verso imballaggi più sostenibili richiederà investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e adeguamento delle infrastrutture di riciclo. È essenziale che le imprese si preparino per tempo, adottando strategie di economia circolare e materiali innovativi per restare al passo con i nuovi standard comunitari”.

L’esempio delle aziende varesine

Con la crescente attenzione alla sostenibilità, alla riduzione dei rifiuti e all’innovazione nei materiali, in provincia di Varese diverse imprese stanno puntando su soluzioni a basso impatto, contribuendo a rendere il territorio più sensibile alle nuove esigenze produttive ed ecologiche.

Un esempio è rappresentato da Carlsberg Italia, che con il suo birrificio di Induno Olona porta avanti un modello innovativo per il packaging e la distribuzione della birra. L’azienda, 4° nel mercato italiano della birra, ha ottenuto importanti risultati in termini di riduzione dell’impatto ambientale, come spiegato da Maria Grazia FumagalloCorporate Affairs Manager Carlsberg Italia Spa: “All’interno della strategia di sostenibilità del Gruppo Carlsberg, una delle nostre ambizioni è quella di raggiungere l’obiettivo di zero rifiuti da imballaggio. Per fare questo, qualità, ricerca e innovazione devono andare di pari passo per fornire soluzioni efficaci. La nostra tecnologia di spillatura DraughtMaster, senza CO₂ aggiunta e con fusti al 50% pet, è la nostra risposta concreta: consente di ridurre le emissioni di CO₂, garantisce una birra dalla qualità eccellente e riduce gli sprechi”.

Il sistema DraughtMaster, oggi adottato per il 97% della birra alla spina prodotta da Carlsberg Italia, permette di allungarne la freschezza fino a 31 giorni, riducendo il peso dei fusti del 43% e le relative emissioni di anidride carbonica.

Altra impresa varesina che ha intrapreso progetti sostenibili è BTicino Spa, capofila del Gruppo Legrand in Italia e specialista delle infrastrutture elettriche e digitali dell’edificio. BTicino sta trasformando i propri processi di imballaggio per ridurre l’impatto ambientale, puntando su materiali riciclabili, minore utilizzo di inchiostri e processi produttivi più efficienti. Nel 2023 l’azienda ha eliminato completamente l’uso della plastica nei propri packaging, adottando esclusivamente carta certificata FSC MIX e Aticelca+, garantendo così materiali 100% riciclabili.

“L’innovazione è un elemento imprescindibile e caratterizzante del dna di BTicino. Questa caratteristica, insieme ai temi della sostenibilità, è stata il cardine di una trasformazione che ha impattato significativamente anche il packaging. Riduzione degli impatti ambientali, scelta di materiali ecosostenibili provenienti da filiere certificate ed eliminazione della plastica monouso sono le colonne portanti dei nuovi imballi dei prodotti BTicino”, ha commentato Davide ColomboPackaging Manager BTicino Spa.