Non di tecnica, non di tattica. Il Varese, che pur di queste armi potrebbe servirsi per battere i suoi avversari, a Bra ha vinto in altro modo. Ha vinto, perché dalla sua ha avuto un bel po’ di fortuna. Nessun merito? Al contrario. Perché la fortuna va cercata, meritata. Voluta. Se no, non arriva.
Fratus ha avuto fortuna: la palla gli è cascata tra i piedi. Ma se l’è andata a cercare, attaccando dietro le spalle la linea difensiva, sfruttandone un errore: palla in rete, 1-1.
Rolando e Palazzolo hanno avuto fortuna: il portiere ha respinto il tiro del primo nel posto migliore per il secondo. Ma Rolando quella palla l’ha conquistata, lavorata e colpita; e quel rimpallo Palazzolo l’ha fiutato, raggiunto e messo in porta, 2-2.
Repossi e Molinari hanno avuto fortuna: dopo una partita anonima, hanno avuto l’occasione del riscatto e l’hanno colta: il freccia, che ha scatenato la sua strepitosa accelerazione a testa alta, servendo l’assist perfetto; il pungitopo argentino, che ha aggredito il pallone convinto di poterlo sbattere in fondo al sacco e in fondo al sacco ce l’ha sbattuto, 3-2.
Forse, serviva avere le spalle al muro: può il Varese, in Serie D, essere fuori dai giochi a ottobre? Può il Varese accettare che Gozzano, Caronnese, Inveruno, Oltrepovoghera o qualunque altra squadra (che meritano tutte ammirazione e rispetto, sia chiaro) si facciano beffe di lui, in campo e in classifica?
La risposta è inutile darla. Anche perché è stata data a Bra, contro un’altra bella squadra, una provinciale dura e pura, orgogliosa, tosta, che non ha paura di nessuno e che quando si trova di fronte il Varese sogna e cerca il colpo grosso, lo scalpo eccellente, la tacca più grande sul fucile. Lo faranno tutti, ovunque, in ogni partita: lo sappiamo, l’abbiamo già scritto, è già stato detto. È così, ed è giusto che sia così.
Dipende, dunque, solo dal Varese. Che avrà pure avuto fortuna, ma solo perché se l’è cercata. Che può averla ancora, e sa come fare a trovarla. Che quando tutto sembrava finito, si è ritrovato più vivo che mai. Varese che può tutto. E se vuole, ce la farà.