Atene, 23 mag. (TMNews) – Il governo della Grecia ha avviato la rielaborazione di un nuovo piano di aggiustamento dell’economia che facendo leva su un rafforzamento delle privatizzazioni e un rinnovato vigore della disciplina di bilancio punta a scongiurare i rischi di ristrutturazione del debito pubblico. Una serie di misure sulle quali il governo socialista, guidato dal premier George Papandreou si è orientato sotto le pressioni di Unione europea e Fondo monetario internazionale che lo scorso aprile avevano accolto con insoddisfazione una priva versione di questo nuovo programma. Da allora sono proseguite le ipotesi di stampa sui rischi di un riscadenzamento dei pagamenti sui bond ellenici, e a queste speculazioni – sistematicamente smentite da Atene – si sono aggiunti nuovi declassamenti da parte della agenzie di rating.
L’esecutivo ellenico cerca quindi di arrestare questa nuova ondata allarmistica rafforzando il suo piano di risanamento con misure che dovrebbero consentire economie supplementari per 6 miliardi di euro quest’anno e altri 23 miliardi sul periodo 2012-2015. Inoltre, secondo quanto indicato da fonti governative un consiglio dei ministri tenuto oggi dovrebbe spianare la strata a una accelerazione sul piano di privatizzazioni, che dovrebbe fruttare altri 50 miliardi di euro da qui al 2015. Si ipotizza di creare un organismo ad hoc per guidare queste dimissioni, che spazieranno dall’energia ai trasporti, dalle scommesse ai casinò.
Tuttavia il via libera definitivo non sarebbe previsto per oggi, sempre secondo le fonti governative, in quanto il governo intenderebbe prima tentare una mediazione con i principali partiti di opposizione, tra cui la destra ortodossa che secondo i sondaggi sta riguadagnando vigorosamente terreno nei consensi mentre i socialisti sono in calo, conj una disoccupazione che sfiora il 16 per cento, e il 40 per cento tra i giovani mentre la recessione non si arresta. Inoltre Atene vorrebbe anche l’appoggio preventivo della troika di istituzioni che seguono il piano di aiuti già erogato al paese – Commissione Ue, Bce e Fmi – e che Atene vorrebbe rafforzare in parallelo a queste misure. Intanto la stampa greca paventa “licenziamenti di statali” o “bombe fiscali” con aumenti del prelievo sui redditi in proporzioni tali da equivalere a tagli dei salari.
Resta poi da approvare lo stanziamento di una nuova tranche da 12 miliardi di euro nel programma di aiuti già avviato per la Grecia, mentre si trascina oltre il consueto la missione di ispezione dei tecnici di Ue e Fmi. Ad ogni modo Atene ha poche alternative, visto che ormai sui mercati i suoi titoli di Stato a lunga scadenza devono offrire rendimenti, giunti al 17 per cento, tali da rendere improponibile l’ipotesi di cercare rifinanziamenti sul mercato. A tarda seduta la Borsa di Atene cala di un 1,25 per cento, una flessione più moderata rispetto a quelle della maggiori Borse Ue, mentre l’euro risulta indebolito a 1,40 dollari. (fonte Afp)
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