– Fabio Rizzi resta in carcere. E così farà anche Donato Castiglioni, quello che per gli inquirenti era il suo braccio destro “addetto agli appalti”, scrive il gip nell’ordinanza che ha portato in carcere Rizzi, presidente della commissione sanità in Regione Lombardia, ex sindaco di Besozzo, ex senatore, definito dagli inquirenti «braccio destro del governatore Roberto Maroni», Castiglioni e altre 19 persone.
Lo scandalo è noto: presunti appalti truccati nella sanità regionale in particolare per servizi odontoiatrici, per un giro d’affari che la procura di Monza, che ha coordinato l’inchiesta, ha stimato in 450 milioni di euro.
Il gip ha respinto la richiesta di “ridimensionamento” della misura di custodia cautelare in carcere per Rizzi e Castiglioni che, al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, avevano chiesto gli arresti domiciliari.
Entrambi resteranno in carcere per il momento. , legale di Castiglioni, ha già annunciato il ricorso al tribunale del Riesame e così probabilmente farà , legale di Rizzi.
Al vertice del gruppo, dove Rizzi e Castiglioni rispondono a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e turbativa d’asta, ci sarebbe stata per gli inquirenti , “in arte” Lady Sorriso o Lady Dentiera, che avrebbe oliato gli ingranaggi della politica regionale per ottenere appalti e per aprire cliniche odontoiatriche dove,
per l’accusa, si utilizzavano materiali scadenti.
Canegrati che l’altro ieri ha parlato per oltre sette ore davanti al pubblico ministero che coordina l’inchiesta scoppiando più volte in lacrime. Lady Sorriso aveva detto di voler collaborare di volere un taccuino e due penne per poter scrivere ogni cosa. E così ha fatto. Il difensore della zarina delle protesi dentarie, l’avvocato , parla di «collaborazione piena» della donna, che «è molto provata, ha avuto momenti di cedimento di fronte al pm ed ha anche pianto, ma è determinata a fare chiarezza e a fare emergere l’accertamento della verità nell’interesse della giustizia e di tutti».
Il legale conferma che questo interrogatorio è soltanto il primo di una lunga serie. Anche se una nuova data non è stata ancora fissata. «Siamo solo all’inizio. Il percorso verso l’accertamento della verità è molto lungo» conferma l’avvocato. La difesa ha anche depositato una corposa memoria. Secondo gli inquirenti Paola Canegrati ha fatto «della corruzione il principale, se non esclusivo strumento per garantire l’aggiudicazione delle gare di appalto presso le strutture pubbliche o la gestione di centri odontoiatrici presso strutture convenzionate, usando come grimaldello i politici al suo remunerato servizio».
Alla domanda se Canegrati abbia dovuto pagare per lavorare, il legale glissa. Ma la zarina dell’odontoiatria non ha ancora finito: Canegrati tornerà davanti al pm in almeno altre due occasioni.