Una leggenda aleggia per Biandronno e Villa Borghi. Una storia che parte dalla prima rivoluzione industriale. Due fantasmi sarebbero presenti nella storica villa, un tempo appartenuta alla ricca famiglia della quale porta il nome e proprietaria d’importanti industrie vicino a Ternate.
A raccontare questa leggenda è lo scrittore e studioso locale , un libro aperto sui misteri del piccolo borgo e grande appassionato delle vicende passate varesine. Siamo nei primi anni dell’800, i protagonisti sonoe la sua consorte, l’inglese, le cui anime inquiete continuerebbero ad abitare oggi le stanze della residenza biandronnese che domina l’antico borgo.
Presenze che sarebbero rintracciabili attraverso segnali tipici, come porte aperte, strani fluire di vento freddo, luci che si accendono all’improvviso se non addirittura fotografie. La storia raccontata da Carcano è la seguente. Luigi, rampollo borghese, fu inviato a Manchester per studiare il funzionamento delle macchine a vapore.
Qui conosce Margaret che sposerà una volta ritornati al paese. La famiglia commissiona al famoso architetto Bianchi la costruzione di Villa Borghi e, subito dopo, è abitata dai novelli sposi. Dall’amore si passerà ben presto all’odio in un vortice d’incomprensioni e gelosie che inghiottiranno i due giovani. Luigi è sempre lontano e Margaret fa lunghe passeggiate a cavallo accompagnata da un giovane stalliere. In paese cominciano a circolare insinuazioni sui presunti tradimenti di Margaret alle quali Luigi crederà segregando la sposa all’ultimo piano della villa.
La dama passerà anni chiusa in quelle stanze quando, un giorno, al posto che dirigersi verso la ferrovia e partire alla volta dell’Inghilterra, si getta nelle acque gelide del lago. Il suo corpo non sarà mai trovato. Dopo alcuni anni, Luigi consumato dal rimorso si ucciderà con un colpo di fucile. Secondo la storia tramandata e raccontata da Carcano, ancora oggi, l’anima tormentata di Luigi Borghi appare come uno spettro che si affaccia alla finestra dell’ultimo piano della villa aspettando, forse consumato dalla gelosia eterna specchio dell’amore altrettanto eterno, la propria amata. Una presenza scorgibile dal giardino sottostante.
Solo una leggenda? C’è chi sostiene il contrario e, addirittura, dice di aver fotografato il fantasma di Luigi che guarda gli alberi piegati dal vento. La stessa Margaret, poi, nelle mattine di inverno, sembra ergersi dalle acqua davanti alla punta del promontorio, oltre la spiaggia biandronnese. «Le onde dell’alba e l’incresparsi del lago portano il suo nome e, la sua figura sembra muoversi nella prima luce del giorno, camminando verso la villa – afferma Carcano – I due sposi sarebbero condannati a non incontrarsi nemmeno da fantasmi; l’uno la notte, l’altra il giorno, avvicinandosi solo al sorgere e al tramontare del sole».
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