La burocrazia mostruosa e la casta spudorata? Per Gian Antonio Stella si alimentano della rassegnazione dei cittadini: «Qualche protesta in più, civile e pacifica, forse potrebbe servire».
È la “morale della favola” che il popolare giornalista e scrittore veneto, che in coppia con da anni espone al pubblico ludibrio le performance della “casta” e la malaburocrazia, ha consegnato giovedì sera al Golf Club di Luvinate di fronte alla platea da “tutto esaurito” del Lions Club Varese Europae Civitas presieduto da .
Al termine di una esilarante, quanto sconfortante, rassegna di casi clamorosi che ha portato alla ribalta nei suoi libri e nei suoi reportage per il Corriere della Sera,ammette:
«È tutto vero, purtroppo, quello che vi sto dicendo». Aggiungendo che «viene da farsi la domanda: ma ci sono o ci fanno? È un problema molto serio, ma certe cose col sorriso sulle labbra sembrano meno spaventose». Interpellato sulle responsabilità dell’insormontabile “mostro” burocratico, che secondo le stime di Confindustria «ci costa 70 miliardi l’anno», il giornalista non si esime dall’attribuire «una piccola parte di responsabilità anche ai cittadini. È anche colpa della rassegnazione dei cittadini che potrebbero fare proteste civili e pacifiche, ma non le fanno. Di certo hanno meno responsabilità di politici e media, ma un po’ anche loro ne hanno». Del resto, fa notare Stella, «la mission della cattiva burocrazia è “Complico, ergo sum”», e persino il governo Renzi, nato con tutte le buone intenzioni di «una violenta lotta alla burocrazia», ci è cascato, «inserendo nella legge sugli spettacoli una formula astrusa e illeggibile per il calcolo dei contributi». Uno degli esempi? I bilanci online degli enti locali: «Formalmente trasparenti, ma con 1800 pagine incomprensibili è una presa in giro». Nell’elenco delle “enormità” fatto da Stella di fronte alla platea Lions, non manca la grottesca «autocertificazione della dichiarazione di morte, pubblicata e poi frettolosamente fatta sparire dal Comune di Saronno». Fa il paio con il “Dossier Clarabella”, «tenuto aperto per 637 giorni al ministero delle finanze, ai tempi di Vincenzo Visco, per rispondere ad un’interrogazione del deputato leghista , sull’irreperibilità del personaggio di Clarabella in una collezione Disney in vendita nelle edicole». E, per il giornalista Stella, «non c’entrano nord e sud, è un problema italiano», di cui l’emblema è proprio «il federalismo fiscale, che dopo anni di battaglie della Lega ha prodotto un decreto attuativo, uno solo, quello per Roma Capitale».