«La location vale tanto, e la gente odia i tirchi»

Sognate di fare il cinema? Cimentatevi, anche negli spettacoli per le scuole e in quelli brutti. E date sempre il meglio».

È la lezione di Francesco Pannofino, il protagonista del film “Il Pretore”, che prima dell’anteprima all’Apollonio di Varese si è dedicato con grande simpatia agli studenti dell’Icma.

Chiudi gli occhi e ti immagini Denzel Washington o George Clooney, li riapri e ti trovi di fronte il mitico Renè Ferretti, il regista di fiction della serie tv “Boris”.

Pannofino in questo momento è uno degli artisti più poliedrici del cinema italiano.

E si dimostra anche uno dei più disponibili a raccontare e raccontarsi.

“Il Pretore” sarà un successo?

Molto merito va alle location, nella zona di Varese e Luino, i luoghi che hanno ispirato Piero Chiara. Conta molto, perché a volte una location che è in grado di dare la giusta atmosfera aiuta anche gli attori. In questo caso poi si trattava di una produzione a basso budget.

Com’è stato girare quel film?

Ci siamo fatti un discreto “mazzo”, anche se devo dire che nella mia carriera è sempre stato così: nessuno ti regala niente nel cinema.

Descriva il suo personaggio.

Il pretore di Cuvio è pieno di difetti, ma alla fine credo che alla gente starà simpatico. Il pubblico detesta l’attore “tirchio”, quello che non dà qualcosa in più, mentre se c’è sensibilità si fa prendere anche da un personaggio fastidioso.

Diceva che nel cinema nessuno regala niente.

Anche a me ad inizio carriera dicevano “ma ‘ndo vai?”, eppure io mi sentivo adatto. Ognuno può sentirlo, se è portato a fare questo mestiere. E a quel punto deve insistere.

Emergere però non è facile. Ci vuole fortuna?

La fortuna ci può essere, come l’aiutino, che però può valere una volta. Però conviene di più impegnarsi, perché il talento alla fine paga ed emerge: se anche solo si deve dire una battuta in un film o in uno spettacolo teatrale, bisogna farlo al meglio. Poi gli ostacoli sono tanti e non bisogna mai abbattersi.

Un consiglio agli aspiranti attori?

Cimentatevi. Fate spettacoli anche brutti, per fare esperienza. Io ho cominciato come doppiatore, con i film porno e le telenovele: sono serviti anche quelli. E come attore, con gli spettacoli nelle scuole: stare sul palcoscenico è sempre una palestra, si impara a conquistare l’attenzione del pubblico.

Busto Arsizio

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