Riaprono domenica le visite guidate per il pubblico alla Grotta Remeron; un autentico gioiello naturalistico che si trova sul territorio comunale di Comerio, all’interno del parco regionale Campo dei Fiori.
La novità di quest’anno riguarda la collaborazione con il Comune di Barasso e con il gruppo alpini, che metterà a disposizione degli organizzatori delle visite, l’associazione “Amici Grotta Remeron”, la storica Colonia Elioterapica Marisa Rossi di Barasso, che verrà utilizzata come base di partenza dell’escursione e anche come luogo di ristoro. La struttura è collocata in prossimità del sentiero 10 a Barasso, in località Al Piano, all’interno del parco Campo dei Fiori e comprende, oltre all’edificio in tipico stile littorio, costruito nel 1935, uno splendido parco di oltre seimila metri quadrati.
La Colonia è stata per decenni un punto di riferimento per l’intera comunità e un centro ricreativo dove i bambini svolgevano varie attività a contatto con la natura. Il complesso è dotato anche di un ampio parcheggio, servizi igienici e di un punto ristoro dove poter gustare un piatto di polenta e altri piatti della cucina tradizionale del territorio. La Colonia di Barasso sarà aperta durante le giornate di apertura ordinaria della Grotta Remeron. I visitatori a partire da domenica potranno così tornare ad ammirare gli interni della grotta comeriese, arrivando fino a meno quarantotto metri di profondità, per gustare con i propri occhi, in un’atmosfera suggestiva e assolutamente unica, un vero e proprio spettacolo della natura, come le piccole stalattiti in formazione e i pozzi da cui ha inizio il percorso speleologico.
Molto interessante anche il grande salone, sormontato da due camini, ancora inesplorati e dove, ogni Ferragosto, viene celebrata la Messa. La collaborazione con il Comune di Barasso consentirà non solo di ridare vita alla Colonia Elioterapica Rossi, ma anche di riscoprirne la lunga storia. Il complesso fu fatto erigere dal cavalier Leonida Rossi, titolare della famosissima manifattura di pipe di Barasso, in memoria dell’unica figlia Marisa, che morì di tifo a soli 11 anni, per dare la possibilità ai bambini della zona di trascorrere i mesi estivi in un luogo salubre.
Le attività a favore della gioventù proseguirono fino al 1965. Nel 1973, la Colonia divenne di proprietà regionale nel 1986 fu donata al Comune di Barasso.