La passione non ha età, specialmente quella per il basket. Chiamatelo amore, chiamatela lucida follia, “es un sentimiento que no puedo parar”, cantano gli argentini. La storia che vi raccontiamo oggi è romantica e piacevole, perché dà le forme dell’amore più puro per il basket.
Tonino Zorzi è stato uno dei più grandi giocatori della Pallacanestro Varese dal 1954 al 1962, ha vinto da capitano il primo scudetto della storia biancorossa. Da allenatore, ha fatto grandi cose, ed è bello scoprire che alla veneranda età di 82 anni la sua carriera in panchina ancora non si è chiusa. Questo perché, da quest’anno, Zorzi è diventato l’allenatore delle nazionali italiane over 65, over 70 ed over 75. Un nuvolo di campioni assoluti che, guidati da un altro campione assoluto in panchina, non hanno intenzione di separarsi dalla palla a spicchi. Un’avventura che culminerà con i Mondiali di Montecatini, previsti tra fine giugno ed i primi di luglio.
Un appuntamento per cui Zorzi si sta già preparando con tutte e tre le sue rappresentative, dovendo fare i conti con qualche defezione di lusso: «Per il momento abbiamo un po’ di problemi con gli over 75 – esordisce lo stesso Zorzi – perché alcuni sia per questioni fisiche che per problemi di lavoro non potranno partecipare ai mondiali. C’è Ottorino Flaborea, il Flabo, che ha fatto un allenamento con noi ma ora è un po’ stanco per le gambe, sta facendo un po’ di rieducazione. Ma se ci fosse, per gli over 75 sarebbe fondamentale. Vorrei avere anche Ossola, negli Over 70, ma Aldino è impegnato con il lavoro, mentre Paolo Vittori sta bene ma non per giocare. Dodo Rusconi doveva essere in principio il mio assistente, ma in quel periodo avrà un camp importante in Liguria. C’è Toto Bulgheroni che sta facendo rieducazione per il tendine d’Achille, magari recupera in tempo».
Insomma, l’idea di Zorzi è di avere delle nazionali a forti tinte varesine: «Ci speravo, visto che non ho mai fatto l’allenatore a Varese e ci speravo tantissimo. Era il mio sogno, e quindi per queste nazionali avrei voluto una squadra abbastanza varesina. Le defezioni sono tante, ma vedremo di mettere insieme un gruppo più ampio possibile». Sempre in tema varesino, il luogo del primo raduno di queste nazionali non è affatto casuale: «Ci siamo trovati per la prima volta nella palestra di via XXV aprile a Varese e vi confesso che è
stata una grande emozione rientrare laddove era stato vinto il primo scudetto della storia, nel 1961, ed io ero il capitano di quella squadra. Siamo tornati lì, nel famoso campo dei Vigili del Fuoco grazie a Dodo Rusconi. Poi il primo vero allenamento c’è stato a Verona, a febbraio». Rivedere certe leggende in campo, con la palla in mano, e con ancora così tanta voglia di giocare a pallacanestro nonostante l’avanzare dell’età, è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore: «Devo dire che anche in questo caso mi sono emozionato perché al primo allenamento a Verona, quando eravamo un po’ di più, i ragazzi erano tutti commossi come me. Alcuni hanno avuto la possibilità di ritrovare amici che non vedevano da oltre quarant’anni. Io alleno tre squadre, over 65, over 70 ed over 75, tre generazioni molto vicine: gli over 75 sono gli idoli degli over 65 e 70, giocatori che hanno fatto la storia del basket. Così tanti ex varesini da fare una squadra solo con loro».
Qualche nome? Tra gli over 75, si sono resi disponibili Ottorino Flaborea, Nino Cescutti, Giancarlo Sarti, Justo Bonetto, Giorgio Cedolini, Alfredo Barlucchi, Corrado Pellanera, Vito Toso, Vasco Properzi, Giorgio Bortolozzi, Vito Toso, Claudio Turra, Edy Gregoric. Tra gli over 70, ecco la banda varesina formata da Aldo Ossola, Dodo Rusconi, Antonio Bulgheroni, Pierangelo Gergati, Claudio Cavallini, Eligio De Rossi, Waldi Medeot. I più giovani, gli over 65, potrebbero contare su Giorgio ‘Ciucci’ Devetag, Charlie Caglieris, Fabio Fossati, Giorgio Papetti, Federico Nizza, Pippo Crippa, Pino Maresca, Marco Veronesi, Alberto Paccapelo, Franco Cinciarini.
Coach Tonino Zorzi, parallelamente a questo suo impegno con le nazionali over, ci confida di continuare a seguire con grande interesse la Pallacanestro Varese: «Ho visto che un mio ex assistente per due anni a Pavia, Attilio Caja, vi ha salvato per bene. Sono molto contento per lui, sei vittorie consecutive sono molto buone e si è meritato la conferma. E anche un mio ex giocatore ad Avellino, Daniele Cavaliero, ha ripreso la via di Trieste, casa sua. Me lo ricordo, è un bravo fio, un bravo mulo, come diciamo da queste parti».