Una (giovane) donna varesina al servizio delle donne indiane. Francesca Vanoli, 25 anni, studentessa di filosofia all’Università Cattolica di Milano, varesina trapiantata a Gavirate, in viaggio verso Jaipur.
Perchè? «Per aiutare le donne di quella regione dell’India a guardare al futuro imparando la lingua inglese e a come gestirsi sul fronte lavorativo». E per il nostro quotidiano la studentessa scriverà un diario di viaggio dall’India racconta do la sua esperienza in tempo reale e magari diventando di ispirazione per altri.
Francesca lavorerà tre settimane come volontaria dopo essere stata ammessa, tra centinaia di aspiranti, a un programma di schoolarship promosso dalla Cattolica. A spingerla sono un fermento della testa e del cuore, «l’aiuto agli altri dovrebbe essere un dovere», e i testi di Tiziano Terzani, carismatico autore conosciuto «quando ero alle scuole medie – spiega Francesca – all’epoca non lo capii ma mi restò dentro. Mi ha accompagnato negli anni della crescita. Oggi sono pronta a dire che non soltanto ho compreso da vero quelle parole, ma sono pronta a mettermi in gioco».
Quella di partecipare al bando per poter far parte del gruppo di volontari che dall’altro ieri stanno operando a Jaipur è stata «una decisione istintiva. Presa quando ormai mancavano poche ore allo scadere dei termini per la presentazione della candidatura». Una corsa contro il tempo. Vinta. Poi sono arrivati i test di idoneità.
In particolare, ovviamente, dal punto di vista del livello di preparazione e della capacità di insegnamento agli altri. Test superato. «Non ci credevo – racconta Francesca – non credevo davvero che, tra tantissimi candidati, potessero scegliere me». Ma è stato così. La preparazione della venticinquenne l’ha premiata. La sua missione? Women empowerment. «Insegneremo alle donne la lingua inglese, l’utilizzo del Pc, ma ci saranno momenti educativi dedicati anche alla gestione del lavoro – spiega Francesca – in un’ottica di impresa autonoma». La condizione femminile in India non è ottimale.
«Non lo sembra – spiega Francesca – ma non voglio avere un’opinione preconcetta prima di toccare cin mano. Certo le donne che andremo a sostenere sono donne che, per varie ragioni, vivono una situazione disagiata».
Francesca sarà interprete di un vecchio quanto saggio proverbio: all’affamato non dare del pesce, ma insegnali a pescare.
«È così – conclude la ragazza – faremo formazione e cultura. L’obiettivo è fare in modo che queste donne possano ragionare in un’ottica lavorativa moderna, fino ad arrivare ad avere dimistichezza con una professione e essere in questo modo autonome».