VARESE L’atteso memoriale sulla morte di Giuseppe Uva è nelle mani del procuratore capo di Varese Maurizio Grigo. A depositarlo è stato Fabio Anselmo, il legale che assiste una delle sorelle dell’artigiano morto in circostanze poco limpide all’ospedale del Circolo il 14 giugno 2008.
Nel documento, Anselmo argomenta le ragioni che, a suo avviso, renderebbero necessaria l’esumazione del corpo per effettuare una nuova autopsia. Già in più occasioni Anselmo aveva infatti evidenziato le presunte lacune dell’esame. Tuttavia,
specifica la procura varesina in una nota, gli accertamenti medico-legali subito dopo la morte erano stati effettuati «con la partecipazione in contraddittorio dei familiari (di Uva, ndr) con un proprio consulente». Ancora la procura puntualizza che gli esami autoptici «già allora esplorarono le possibili ipotesi di determinismo dell’evento ai fini della configurazione di responsabilità penali». In parole povere, la procura afferma che l’eventualità che Uva potesse essere morto in seguito a traumi provocati da un pestaggio o da autolesionismo era già stata presa in considerazione anche durante la prima (e finora unica) autopsia.
e.romano
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