A Sesto Calende si torna a parlare di moschea. Dopo anni di silenzio – ma di continui ricorsi e carteggi da parte della Comunità Islamica Ticinese e del Comune – il 7 giugno il sindaco ha ricevuto una lettera che riapre la diatriba.
Lettera sottoscritta da , presidente dell’associazione musulmana, che invita il primo cittadino «a dare corso agli atti necessari perché l’amministrazione dia esecuzione all’ordinanza del Tar Lombardia del 20 gennaio 2017 e provveda, su istanza della Comunità Islamica Ticinese, all’individuazione di un luogo di culto nel territorio comunale, secondo quanto stabilito nella sentenza dell’8 novembre 2013».
La lettera continua dicendo che «in difetto la Comunità Islamica Ticinese adirà alle competenti autorità giudiziarie per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi, fatta salva ogni responsabilità, anche personale, in caso d’inosservanza».
La lettera, pubblicata su Facebook, ha fatto andare su tutte le furie Colombo che replica: «Souaid Ahmed, ma non hai niente di meglio da fare nella vita che denunciarmi e diffidarmi a nome della Comunità Islamica Ticinese? È da otto anni che ci provate, io devo lavorare per i sestesi e non perdere tempo a leggere noiosi atti legali. Ora te le spiego per l’ultima volta. Fino a quando faccio il sindaco puoi diffidarmi, denunciarmi, portarmi in tribunale, farmi spendere i soldi del Comune e miei personali per difendermi ma non arretro di un centimetro. Se un giudice mi obbligherà a darvi un terreno per la moschea piuttosto che tradire i sestesi mi dimetterò dalla carica di sindaco».
La ferma presa di posizione ha scatenato il popolo di Facebook (oltre 250 like, 76 commenti e 21 condivisioni). Moltissimi gli attestati di stima al sindaco leghista: «non mollare Marco», «Grande sindaco, continui così», «Tegn dur», «non sono sestese ma ti stimo», «un sindaco con gli attributi».
«Forza Marco – scrive una signora – i sestesi che ti hanno eletto ti stimano e sanno che non tradirai il loro mandato! Souaid forse lei non ha ancora realizzato che l’aria è cambiata. Se con la precedente giunta era tollerata persino una moschea abusiva, l’attuale giunta si oppone alla costruzione di moschee. Rispetti la volontà dei sestesi. La cultura dell’integrazione non passa dai tribunali».
Qualche voce fuori dal coro però c’è: «abbiamo l’allerta terrorismo alle stelle e invece di trovare un punto d’incontro e inserirli nella comunità non fate altro che escluderli. Poi però non ci lamentiamo se qualcuno finisce per radicalizzarsi e viene convinto che il vero Islam sia quello osannato dall’Isis, perché è anche un po’ colpa vostra. State dimostrando quanto sia falsa la facciata dell’occidente progredito, aperto alla diversità».
In molti però sottolineano: «siamo a casa nostra. Ci stanno mettendo i piedi in testa”. Fra paure, buonismi e imposizioni legislative, il tema dunque torna a essere scottante.