Ci sono figure che rimangono nella mente. E prima ancora nel cuore. Esci di casa, ti incammini lungo le strade di Varese, le stesse strade che percorri da decenni, da quando ti affacciavi all’adolescenza, e ogni anni trovi qualcosa di nuovo. Ma anche qualcosa di famigliare.
Queste strade della Città Giardino, che sono fatte non solo di asfalto e mattonelle, ma anche e soprattutto di persone, volti noti e meno noti, presenze fisse che ritrovi sempre.
Varese è un capoluogo che conserva lo spirito di una piccola comunità, o meglio di tante piccole comunità, quelle dei rioni e delle castellanze che la compongono. Il caos e l’anonimato delle persone di una metropoli, come ormai è Milano, non ci appartiene.
Varese è Varese, piccola e grande allo stesso tempo. E la grandezza la fanno le persone che dedicano la propria vita ad una missione, un ideale. Come ha fatto per tutta la sua esistenza Olga Scremin Ventura, che tutti però conoscevamo come Nonna Olga.
Due parole che già dicono tutto, che spiegano e svelano il suo animo delicato e forte allo stesso tempo, l’animo di una madre che ha dovuto crescere, perdendo presto il marito, i propri figli.
E che si è dedicata alla cura dei piccoli amici a quattro zampe. Sono tre anni che è scomparsa. E la sua mancanza di sente. Nonna Olga era una di quelle persone che animavano il cuore della Città Giardino, che facevano parte della sua essenza. Lei vive in tutti noi, con i suoi insegnamenti.