Ikea fuori dalle porte di Busto Arsizio, sì o no? Anche per i sindacati confederali «il nuovo insediamento non porterà nuovi posti di lavoro, ma se va bene sostituirà quelli già oggi a rischio». Al Pirellone appelli a bloccare il progetto tra Cerro e Rescaldina. «Se apre Ikea, chiuderanno altri grandi magazzini oggi in difficoltà» l’analisi pragmatica del varesino, segretario regionale di Fisascat-Cisl, che pure insieme a Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil non ha espresso parere contrario al progetto, che potrebbe comunque portare posti di lavoro in un’area a crescente disoccupazione.
«La moratoria regionale ha bloccato le nuove aperture dei centri commerciali, per lasciare spazio ad una verifica del piano quadriennale del commercio, in discussione in consiglio regionale – puntualizza Ferrari – ma scaduta la moratoria, il 31 dicembre, il progetto di Cerro va avanti. E metterà in crisi il sistema, perché il settore della Gdo è in contrazione e un’apertura di quelle dimensioni, in piena crisi dei consumi, provocherà la chiusura di altri centri nel territorio circostante.
Più che le aperture a noi preoccupano le chiusure, perché il gioco non sarà a somma zero, ma si perderanno posti di lavoro». Lo sostiene lo studio di Confcommercio, che prevede un saldo negativo di 250 posti di lavoro, in fumo soprattutto per l’annesso centro commerciale, grande più del doppio del mobilificio svedese. «Saranno assunti molti giovani precari, a fronte del licenziamento di lavoratori cinquantenni oggi impiegati nei concorrenti di Ikea» la previsione devastante di Fabrizio Ferrari.
Ora la pressione è su Regione Lombardia: martedì in Consiglio si discutono le linee guida per lo sviluppo del commercio. «È schizofrenico il comportamento del Pirellone – denuncia il vicepresidente di Ascom Busto – da un lato finanzia i distretti del commercio e dall’altro consente nuove mega-strutture che ammazzano i negozi di vicinato». E se il Comune di Busto Arsizio non ha voce in capitolo («all’accordo di programma partecipano solo i comuni confinanti» ammette il vicesindaco ), sul territorio i partiti sono scettici. «Saranno solo posti di lavoro virtuali, proprio come quelli di Expo – sostiene , capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Pirellone – quel progetto va bloccato, perché ammazza il commercio di vicinato e non genera indotto sul territorio, visto che Ikea produce in gran parte all’estero. Il cemento non è la strada per lo sviluppo».Ma anche in maggioranza la linea è di grande cautela. «Ne stiamo discutendo – spiega il consigliere gallaratese della Lista Maroni, – il provvedimento sul commercio varato dalla giunta va nella direzione di limitare gli insediamenti di nuove grandi strutture di vendita e il consumo di suolo non edificato».
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